Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo voleva usare l'aeroplano per i suoi affari, andò ad acquistare un altro aero– plano in Germania. Due meccanici tedeschi, ignari delle sue intenzioni, lo assistettero nello scegliere e impratichirsi della macchina. I manifesti furono stampati ad Annemasse questa volta. Fu fissato per il volo il po– meriggio del 4 settembre. Ma la persona che avrebbe dovuto portare l'ae– roplano a Cannes si ammalò. Bisognò aspettare per un altro mese una serata senza luna. In ottobre, finalmente, non vi furono difficoltà. I due meccanici tedeschi arrivarono la sera del 2 ottobre al campo di Cannes. Lauro era già a Marsiglia. Assicuratosi che tutto era in ordine scrisse in francese nella notte dal 2 al 3 ottobre la Storia della mia morte, e la mattina del 3 la imbucò perché Ferrari la facesse pubblicare qualora il viaggio fosse stato senza ritorno. L'aeroplano, il 3 ottobre, passò dall'aeroporto di Cannes a quello di Marignan presso Marsiglia. Ecco quanto rifed uno dei due meccanici te– deschi, l'ultima persona che Lauro vide prima di partire: Verso le due pomeridiane un taxi arrivò e ne saltò fuori Mr. Morris, salutandoci cordialmente. Nell'hangar sgombrammo l'aeroplano di ogni altro peso mentre Mr. Mor– ris portava sacchetti pieni di roba stampata. Noi non ce ne meravigliammo perché già ci aveva detto a Monaco che aveva contratti di pubblicità. Era nervoso. Pensammo che questo dipendesse dal fatto che per tre o quattro settimane non aveva fatto esercizio. Per– ciò gli dissi che avrebbe fatto bene a provare un paio di volte prima di partire per Bar– cellona. "Non ho tempo," mi disse, "tutto andrà bene." In circa dieci minuti caricai la benzina per il motore, mentre Mr. Morris collocava tutta la roba stampata sul sedile an– teriore dell'aeroplano, e il mio compagno dava un'ultima occhiata alla macchina. Riem– pito il serbatoio, accertammo che tutto era in perfetto ordine. L'aeroplano aveva un rag– gio d'azione di almeno otto o nove ore. Ce n'era d'avanzo per andare a Barcellona e tornare a Nizza. Mr. Morris venne a me e mi disse: "Herr Rainer, sono lieto che ella sia venuto. Ci ritroveremo a Nizza questa notte. Questo è del denaro. Paghi il taxi e faccia un buon pranzo col suo compagno." Mi dette 600 franchi, e dopo alcuni minuti altri 400 franchi, perché 600 franchi non avrebbero bastato. Disse: "Prenda il treno che lascia Marsiglia alle 4 pomeridiane circa. Quando tornerò, ce la godremo." Prese il suo posto nella macchina. Prese anche una bottiglia ordinaria. Credo fosse caffè. A noi non piaceva vederlo partire. Io gli dissi: "Mr. Morris, non dimentichi di pompare in tempo la benzina dal serbatoio laterale in quello principale; se no, la macchina si fermerà." Mr. Morris mi domandò sull'uso della lampada elettrica che gli avevo portato in dono, e io gli detti le spiegazioni. Spingemmo l'uccello fuori dell'hangar coll'aiuto del conduttore del taxi. Temendo che Mr. Morris potesse dimenticare di pompare la benzina in tempo, gli ripetei ancora una volta l'avviso. Adesso egli era piu calmo. L'elica cominciò a girare. Io dissi: "Buon viaggio, buona fortuna, e arrivederci a Nizza stanotte." Il mio compa– gno lo segui fino al punto di partenza, mentre io raccoglievo i nostri oggetti e li mettevo nel taxi. Guardai l'uccello mentre partiva e salutai. La partenza fu eccellente. Partito alle 3,15 Lauro arrivò a Roma, poco dopo il tramonto, alle 8. Discese da un'altezza di due mila metri fino a poco piu di trecento metri. Disseminò 400.000 manifestini proprio sul centro di Roma: Piazza Vene– zia, il Corso, intorno a Palazzo Chigi, e poi sull'aeroporto. Migliaia di foglietti caddero in grembo agli spettatori di un cinematografo all'aperto. Fu uno spettacolo di abilità e di coraggio che riempi di ammirazione e tre- 450 BiblotecaGino Bianco

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