Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo in questa opera abbietta, fu il corrispondente del New York Times, Ar– naldo Cortesi. Una prima notizia delle condanne, ma non del modo come il processo si era svolto, arrivò a De Bosis in Parigi la mattina del 23 dicembre. Ne fu turbatissimo. Sarebbe stato assai piu sereno se avesse condiviso la sorte dei suoi amici, anzi fosse stato condannato a una pena maggiore! Ad ogni modo, il processo aveva fatto conoscere all'Italia e al mondo l'esistenza dell"' Alleanza nazionale." Questa avrebbe ora allargato la sua az10ne. Niente era perduto. Dall'estero egli avrebbe ripreso il lavoro. Il giorno dopo, le corrispondenze dei giornali francesi, in cui il pub– blico dibattimento era descritto in modo da aggravare iniquamente la po– sizione morale della signora De Bosis e dell'assente, e poi le infamie dei giornali italiani lo annientarono. La sua azione politica minacciava di esse– re paralizzata. Come avrebbe potuto respingere efficacemente il rimprovero di godersi la libertà, mentre i due amici suoi erano sepolti vivi? Adorava sua madre. Quando conobbe le circostanze in cui aveva scritto la lettera a Mussolini, comprese e giustificò il suo smarrimento. Ma come far ac– cettare il proprio giudizio agli estranei e agli ignari? Furono mesi di tragico muto dolore. Nessuno piu rispondeva dall'Ita– lia ai suoi appelli. La certezza che il lavoro dell'" Alleanza nazionale" fos.– se continuato in Italia da altri, unico possibile conforto al suo cuore, sva– niva. Sfuggf alla disperazione perché un'idea cominciò a dominare nel suo spirito. Egli doveva testimoniare la propria fede affrontando un pericolo mortale. Doveva volare nel cielo di Roma in un aeroplano da cui cades– sero manifesti per esortare il re e il popolo d'Italia ad ascoltare la voce dell'onore e del dovere. Confortata, rafforzata da questa idea, la sua fibra giovanile superò la prova di quell'inverno terribile. Il suo carattere ne usd ritemprato e piu forte. Tradusse in inglese e pubblicò nell'opuscolo The "Alleanza naziona– le": documents of the Second ltalian Risorgimento· (Paris, Imprimerie Ven– dome, 338, Rue Saint-Honoré; MXCXXXI) i manifesti dell"' Alleanza na– zionale," per dimostrare quanto ingiusta e illegale era stata la condanna in– flitta ai suoi due amici. Viveva a Parigi solitario. Fra gli emigrati non ve n'era uno solo che approvasse le sue idee sul re e sul papa. Parecchi ne diffidavano. Vedeva solamente qualche inglese e americano, i Nitti, amici di famiglia - era le– gato specialmente alla Luigia Nitti, giovane di eccezionale ingegno e an– gelico cuore -, e me. Si teneva a contatto per lettera con don Sturzo, che viveva a Londra; con Francesco Luigi Ferrari, un altro cattolico di bella intelligenza e di bel carattere, che aveva dovuto evadere dall'Italia e vive– va a Bruxelles, e col conte Carlo Sforza, che dimorava anche lui a Bruxelles e di tanto in tanto passava per Parigi. L'idea di presentarsi a Roma e farsi condannare affiorava spesso nel suo spirito. Lo sconsigliai tenacemente. Si togliesse dalla testa di poter sfi.- 446 BiblotecaGino Bianco

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