Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo tore anche da questo lato, nella persona di padre Enrico Rosa, S. J ., tra i piu distinti collaboratori della Civiltà Cattolica, e uno dei pochi ecclesiastici del tempo piu sinceramente riluttante al compromesso vaticano.fascista, da cui non presagiva nulla di bene per la Chiesa. Egli usò di fidate amicizie per divulgare discretamente i fogli dell'" Alleanza" in mezzo all'Azione Cat– tolica. Quale diffusione ebbero i fogli di Lauro? Quanti di essi furono inter– cettati dalla censura postale? Quanti arrivarono a destinazione? Quanti fu– rono distrutti per paura? Quanti ridattilografati o riciclostilati e rimessi in circolazione? Nessuno lo saprà mai. Dalle lettere di Lauro a Francesco Luigi Ferrari e a me risulta chiaro che Lauro era sf monarchico, ma nel senso italiano tradizionale che è piuttosto il senso inglese: "un re ci vuole, ma bisogna che sappia fare il suo mestiere, se no lo mandiamo via." Nel 1931 salutò con gioia la nascita della repubblica spagnola. Quanto alla monarchia di Savoia, dopo il 1922, e piu ancora dopo il 1924, egli non s'illudeva, e riconosceva che essa era venuta meno a specifici doveri statutart Ma, sul piano politico, che cosa era piu conveniente fare? La monarchia esisteva di fatto, e possedeva nell'esercito una forza propria. Le forze antifasciste in Italia non potevano prevalere, se minacciavano non solo Mussolini ma anche il re, e cosf spingevano il re e l'esercito a stringersi con Mussolini. Era piu pratico - Lauro pensava - utilizzare la monarchia e l'esercito nell'intento di restaurare il regime di libertà in Italia. Nel clima di libertà ristabilito dopo la caduta del regime fascista, ciascun partito politico avrebbe ripreso la sua funzione. Chi aves– se avuto miglior filo avrebbe tessuto miglior tela. E se la maggioranza del paese avesse voluto la repubblica, perché non una repubblica anche in Italia? Quanto al Vaticano, Lauro viveva nella atmosfera del Risorgimento ita. liano. Il cattolicismo era per lui una delle religioni primitive da lui studiate nell'opera di Frazer. La distinzione crociana fra filosofia (religione supe– ra ta) e religione (filosofia cristallizzata) gli consentiva di trattare la religione come una realtà da tenere in conto. Il papa esisteva in Italia come il re. Non era un ideale, ma, come Lauro usava dire, era una forza, era un interesse. E doveva essere uno strumento da utilizzare in una lotta contro il fascismo, che altrimenti sarebbe stata senza speranza. Nella primavera di quell'anno Lauro aveva conosciuto Mario Vinci– guerra, e ben presto una cordiale amicizia s'era stretta tra loro. Quando si risolse ad intraprendere la propaganda dell'" Alleanza nazionale," si confidò con lui, e ne ebbe immediata promessa di appoggio. Finché egli rimase a Roma, però, tenne per sé la parte piu pesante e rischiosa del lavoro, cioè la tiratura delle copie mediante un ciclostile e la loro impostazione. Egli sapeva che Vinciguerra, già arrestato due anni prima per alcuni mesi, era sorvegliato dalla polizia, e il suo animo generoso non lo avrebbe mai in– dotto a mettere l'amico in una situazione molto pericolosa (naturalmente una percentuale di pericolo spettava a chiunque volesse fare dell'antifasci- 442 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=