Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Lauro De Bosis avesse volato su Roma esortando gl'italiani a mettere .fine alla loro schiavi– tu e vergogna. Io gli risposi che se fosse stato possibile avrei applaudito di tutto cuore. "È possibile," egli replicò, "un aviatore inglese, mio amico, mi assicura che è possibile." Icaro aveva cominciato a prendere realtà nel suo spirito. Nel 1920 pubblicò Icaro e la traduzione del Prometeo· Incatenato di Eschilo, e preparò il Golden Book of ltalian Poetry (che doveva uscir po– stumo nel 1932). I fascisti non capirono quello che Antigone e Icaro e Pro– meteo insegnavano. Credevano che Lauro fosse uno dei loro, e questo do– veva bastare. Eppoi Icaro aveva ottenuto il premio olimpico della poesia nel– la gara internazionale di Amsterdam nel 1928. Quel "bravo giovane si fa– ceva onore." Passi, dtlnque, Icaro. Possono i libri di poesia essere pericolosi per chi comanda centinaia di migliaia di armati? Lauro andava ripetendosi che qualche cosa bisognava fare. Nell'estate di quell'anno, tornato dagli Stati Uniti per le vacanze, iniziò sotto il nome di "Alleanza nazionale," un lavoro di propaganda clandestina. Fra il giu– gno e l'ottobre, compose otto foglietti, li ciclostilò in seicento copie e li im– postò lui stesso, viaggiando sotto il naso delle spie, dall'una all'altra città dell'Italia settentrionale. Egli si rivolgeva al re ricordandogli il suo dovere di tener fede al giuramento di re costituzionale. Non vi era nelle circolari dell"' Alleanza nazionale" una sola parola che eccitasse ad azioni illegali o rivoluzionarie. I lettori erano invitati "se volevano rimanere in pace colla loro coscienza" a "non lasciare alle forze sovversive il monopolio della lotta contro il fascismo." Se gli uomini di buona volontà non promovevano essi il ritorno alle pratiche della monarchia costituzionale, i comunisti avreb– bero preso la iniziativa. Gli italiani dovevano guardarsi bene dall'aderire ai movimenti antimonarchici e anticlericali. Mussolini era ben contento di mostrare al Quirinale e al Vaticano che la sola alternativa al fascismo era una rivoluzione contro la monarchia e contro la Chiesa. Il re aveva con sé l'esercito e non era possibile mettersi contro l'esercito. Il papa aveva con sé l'Azione Cattolica. Quando la crisi fosse sopravvenuta, esercito e Azione Cattolica si sarebbero associati non solo contro il fascismo ma anche contro ogni pericolo estremista. L"' Alleanza nazionale" intendeva servire come terreno d'intesa per chiunque volesse combattere il fascismo stringen– dosi intorno al Quirinale e al Vaticano. Oggi si può rivelare che Lauro non si mise alla ventura "Orazio sol contro Toscana tutta." Alcuni uomini maturi, fra cui uno che oggi è mor– to, il duca di Cesarò, lo incoraggiarono. Anche Croce guardò con simpatia il tentativo, ed ebbe a dire che, al punto a cui stavano le cose, bisognava cercare di raccogliere tutte le forze sulle quali, sia pure in linea ipotetica, si po– tesse contare per la liberazione dal fascismo. Umberto Zanotti Bianco ad~rf con entusiasmo e prestò ogni aiuto all'impresa, e cos{ Romolo Ferlosio, raro esempio di banchiere idealista. E poiché l'" Alleanza" si proponeva di penetrare anche negli ambienti cattolici, fu cercato e trovato un favoreggia- 441 BiblotecaGino Bianco

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