Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

I fascisti a casa agricola, e una gran parte della popolazione industriale, non ricevono sussi– di di disoccupazione; e in terzo luogo perché i dati sulla disoccupazione italiana vengono sistematicamente falsificati. A richiesta, sono pronto a pro– vare quanto ho detto. 3) La disoccupazione in Italia è, entro certi limiti, stagionale. Piu alta a metà inverno, piu bassa in estate. Cosf, l'incremento stagionale avuto.– si nei mesi della primavera del 1931 non prova che la crisi stia per aver fine. Riporto ora dal Bollettino mensile di Statistica · dei dati piu completi, non come documentazione esauriente dello stato delle cose, ma a dimostra– zione di ciò che non è riuscito a nascondere un ufficio di statistica fascista: 1926 1927 1928 1929 1930 1931 Disoccupazione MaMima invernale Massima estiva 156.000 259.000 439.000 489.000 466.000 765.000 79.000 214.000 234.000 193.000 322.000 non ancora noti I lettori dell'Economist ricorderanno che nel 1927 la crisi era ancora grave e ne trarranno le loro conclusioni. 4) Villari ignora le drastiche misure con cui il governo fascista osta– colò l'emigrazione dal settembre 1927 al settembre 1930, data in cui, spa– ventato dall'aumento della disoccupazione, apri nuovamente le porte all'e– migrazione. Nel suo libro Italy, pubblicato nel 1929, egli ha scritto: La politica di emigrazione del governo italiano ha subfro, negli ultimi due anni, una radicale trasformazione... Nessuno viene incoraggiato ad emigrare e qualsiasi spinta verso l'emigrazione viene ostacolata. Si fa di tutto per tenere gli italiani a casa. I pas– saporti vengono rilasciati solo ai parenti stretti degli italiani residenti all'estero, e questi devono tornare in Italia per venire a prenderli. Lo scopo di tali provvedimenti non è soltanto quello di limitare l'emigrazione, ecc. (pp. 349-50). Nell'agosto del 1930 gli emigrati oltre Atlantico non superavano i 323 e gli emigrati in paesi mediterranei erano 11.535. In settembre essi salirono rispettivamente a 4.977 e a 42.342 e, in ottobre, a 8.470 e a 50.340 (Bolletti– no mensile di Statistt:ca, gennaio 1931, p. 32). Senza il veto sull'emigrazione, durante gli anni precedenti la crisi molte migliaia di individui avrebbero potuto essere assorbiti da altri paesi. Se non fosse stato per la notevole emi– grazione clandestina di quel periodo, le statistiche sulla disoccupazione sa– rebbero piu alte di quanto lo siano in realtà attualmente. c) Villari afferma che nell'Italia prefascista: 1) "molto tempo prima della crisi mondiale" le cifre sulla disoccupazione erano altrettanto alte di quelle attuali e che, 2) numerosi furono i licenziamenti in seguito a scio- 433 BiblotecaGino Bianco

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