Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo Tre settimane dopo si verificava il crack di Wall Street. In un discor– so del 18 dicembre 1930, il duce chiarf: "Quando eravamo quasi in vista della terra, la crisi americana del 24 ottobre 1929 ci ha riportato in alto mare." In altre parole, quando ebbe inizio la crisi mondiale, l'Italia era già da tre anni in piena crisi, crisi prodotta da una rivalutazione della lira tanto alta e affrettata da turbare il commercio con l'estero. Le fasi della crisi si riflettono nei seguenti dati, relativi a cambiali non pagate, forniti dalla Banca Commerciale Italiana nel suo Movi'mento Economico, 1931, p. 51: 1926 849.000 1927 1.096.000 1928 1.085.000 1929 918.000 1930 1.003.000 Per il maggio del 1931 la cifra ammonta a 103.482 (Bollettino menst– sile di Statistica, giugno 1931, p. 640), mentre la media mensile per il 1927 (anno critico) era di 66.345. b) In favore della sua asserzione, per cui la crisi italiana, grazie ai provvedimenti in atto del governo fascista è meno grave di quella degli altri paesi, il Villari dichiara che: 1) se i salari sono diminuiti, lo sono an– che i prezzi; 2) la percentuale dei disoccupati italiani è buona rispetto a quella della Germania, della Gran Bretagna, ecc.; 3) durante gli ultimi mesi, il numero dei disoccupati è andato costantemente diminuendo; 4) la disoccupazione sarebbe minore se i paesi esteri non impedissero "quasi completamente" l'immigrazione italiana. La verità è questa: 1) Tra la primavera del 1927 e quella del 1931 i salari sono diminuiti dal 30 al 50%. Villari discute questo dato di fatto di cui, profittando dello spazio che l'Economist mette a mia disposizione per la risposta, darò le prove. Se Villari contesta il fatto, deve provare che in Italia il costo della vita è sceso dal 30 al 50%. Le statistiche ufficiali (Bollettino mensile di Sta– tistica, giugno 1931, p. 592) mostrano, dal giugno 1927 al maggio 1931, una diminuzione da 100 a 83. Anche prendendo come base questa cifra, giudi– cata generalmente in Italia assai ottimistica, siamo ancora lontani da un ribasso dal 30 al 50%. Su un giornale fascista, Il Corriere Padano, del 14 giugno 1931, un esperto di agricoltura, il prof. Bizzozero, consiglia ai con– tadini italiani di ritornare all'uso del granturco come prodotto alimentare: "La polenta deve riprendere il posto d'onore d'un tempo e l'alimentazione del contadino deve consistere in poco pane e pochissima carne. Non vedo altra via di uscita dalle presenti difficoltà." 2) Le statistiche sulla disoccupazione italiana non possono essere pa– ragonate a quelle di altri paesi, prima di tutto perché in un paese come l'Italia, ancora per metà a carattere agricolo, le condizioni non sono egua– li a quelle di paesi altamente industrializzati, come la Gran Bretagna, gli Stati Uniti e la Germania; in secondo luogo perché in Italia la popolazione 432 BiblotecaGino Bianco

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