Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Il duce e il papa Chi può pensare - ha scritto in un articolo pubblicato dalla rivista Gerarchia del febbraio 1929 - c.he lo Stato lascerà la Chiesa arbitra della capacità civile e pro– fessionale dei cittadini?... Che vieterà o lascerà vietare ai filosofi, anche a quelli delle sue scuole, di filosofare in modo diverso dalla filosofia della Chiesa? Che imporrà agli storici e ai maestri di storia e agli scrittori di testi scolastici di attenersi alla spiegazione umana dei fatti umani, sia pure che questa lasci aperta la via per altra superiore spiega– zione? Che porterà la confusione nelle scuole medie superiori, introducendo un inse– gnamento dogmatico della religione, mal conciliabile con altri insegnamenti? Noi non lo pensiamo. Altri ci credono e lo proclamano a gran voce. La Civiltà Cattolica, nel numero del 1° giugno 1929 indicava a cosa mirasse il Vaticano applicando l'art. 36 del Concordato. Nelle scuole superiori non deve essere insegnato nulla di contrario alla dottrina cattolica. Sarebbe quindì opportuno dispen– sare i professori di storia dall'insegnamento della storia e della religione ebraica, delle origini del cristianesimo, dell'organizzazione della Chiesa e di altri argomenti altrettanto pericolosi. Questi argomenti dovrebbero essere affidati ad insegnanti religiosi. Per quanto riguarda la filosofia, si dovrebbe insegnare soltanto la filosofia cattolica, secondo la definitiva sistematica di san Tommaso d'Aquino. E piu oltre: "Non ci si deve aspettare né pretendere che tutti gli 'insegnanti mutino impr~vvisamente lo spirito e le idee di cui sono imbevuti,' perciò la soluzione migliore sarebbe quella di abolire que– sto pericoloso insegnamento, senza sostituirlo. Ma se non fosse possibile rag– giungere questa radicale soluzione, si potrebbe trovare un valido rimedio 'in attesa che la mentalità degli insegnanti cambi secondo il nuovo rego– lamento.'" I professori di religione insegneranno la dottrina cattolica, confutando ogni obiezione in contrario; e i professori di filosofia eviteranno qualsiasi argomento "che possa danneggiare o disturbare la coscienza religiosa e mo– rale degli studenti." È questo il modo di evitare la confusione tra l'insegnamento della re– ligione dogmatica e quello della filosofia storica, confusione che tanto af– fligge la mente di Volpe. Non siamo qui nel campo di un'astratta discussione sulle idee e sui diritti. Per le Camicie nere ha scarso significato sapere se ha ragione il papa nell'affermare che Cristo stabiH l'universalità della Chiesa fin dal momento della sua fondazione, o se ha ragione Mussolini nel sostenere che la Chiesa può divenire universale per il fatto di aver posto la sua sede a Roma. Le Camicie nere provano scarso interesse di fronte al problema se la Città del Vaticano è una creazione nuova o se è stata soltanto riconosciuta dallo Stato italiano. In fondo, lo stesso Mussolini non attribuisce importanza a questa discussione accademica. In quanto a Pio XI, nel maggio del 1930 cond~n– nò come eresia la versione di Mussolini circa l'universalità della Chiesa; ma questo non gli ha impedito di riconoscere la firma di Mussolìni sul docu– mento di definitiva ratificazione dei loro accordi, o di accettare la somma 429 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=