Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

·· Il duce e il papi La fine di un idillio L'idillio tra Pio XI e Mussolini è stato breve. È cominciato 1'11 febbraio 1929, giorno in cui sono stati firmati i patti lateranensi tra il governo ita– liano ed il Vaticano; è finito il 13 maggio, giorno in cui Mussolini ha spie– gato alla Camera dei deputati il significato di questi patti in un discorso durato tre ore e mezzo, un grosso, e naturalmente altrettanto grande, di– scorso. È cominciato allora tra i due infallibili quel duetto, non proprio amo– roso, seguito dal mondo con stupore non scevro di divertimento. Mai, du– rante gli anni che precedettero la "conciliazione" dell'l 1 febbraio, il papa fu costretto ad alzare la voce cosi'.spesso in cosi breve tempo per opporsi al governo italiano. Dopo tanti anni di "pace in tempo di guerra," c'è oggi in Italia, tra Stato e Chiesa, una "guerra in tempo di pace." L'oggetto di questo conflitto è stato di volta in volta puntualizzato dai solisti del duetto, come pure dai giornali fascisti e cattolici, che fungono al– ternativamente da coro. Ma il vero motivo che costituisce il substrato della controversia è rimasto piuttosto oscuro, non avendo nessuna delle due parti alcun interesse a porlo in chiara luce. Esso consiste nell'art. 43 del Concor... dato per cui il governo fascista è obbligato a rispettare le organizzazioni che accettano la sua diretta supervisione del clero e che sono riunite in un'associazione nazionale detta Azione Cattolica. Il partito fascista rivendica il diritto di controllare lo Stato italiano esclu– dendo tutti gli altri partiti. Sono infatti i suoi dirigenti che governano rI– talia. Secondo la loro dottrina, l'idea di Stato e l'idea di partito coincidono come due triangoli dai lati perfettamente eguali. Il mantenimento di que– sta equivalenza tra stato e partito esige che non esista altra organizzazione tranne il partito-stato o organismi tali da subirne il controllo. Mussolini af– ferma costantemente: "Tutto nello Stato, nulla contro lo Stato, nulla fuori dello Stato," con la stessa convinzione con cui san Paolo scriveva: "In cui viviamo, ci muoviamo ed abbiamo la nostra essenza." Nella sua formula, come in tutta la terminologia fascista, Stato equivale a fascismo. Fino all'll febbraio, il dogma fascista non ammetteva distinzione fra le organizzazioni cattoliche e le altre, ma s9ltanto fra organizzazioni fasci– ste e non fasciste. Le organizzazioni fasciste erano legittime; le altre erano illegittime. I fascisti soppressero indiscriminatamente leghe, cooperative e so– cietà culturali, senza badare se sventolassero la bandiera socialista o quella cattolica. Nel novembre del 1926 il governo dichiarò l'illegalità del partito 1 Da "Outlook and Independent, 11 9 ottobre 1929. [N.d.C.] 425 BiblotecaGino Bianco

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