Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui i '. 27 novembre In questi due ultimi anni, il fascismo è stato un movimento antiparla– mentare. E ha trovato facile presa nel disgusto generale per la incapacità dei deputati di tutti i partiti di fronte ai problemi formidabili del dopo.– guerra. La Camera era discreditata già prima che scoppiasse la guerra. Giolitti, facendo le elezioni a base di violenze e di brogli in tutti i collegi, in cui voleva che non riescissero candidati di opposizione, specialmente nel Mezzogiorno, e i deputati socialisti non facendo mai opposizione sul serio in questo terreno, e la Camera convalidando sempre tutte le elezioni, - avevano già prima della guerra fatta una propaganda antiparlamentare assai estesa. Oramai era convinzione generale, prima del 1914, che le elezio– ni erano una commedia, e che "sarebbe meglio che i deputati li nomi– nasse il re per decreto reale," come diceva un proprietario di terre del mio paese nel 1913. Questa origine irregolare e violenta dei deputati non era sanata dalle qualità individuali superiori dei deputati, e dalla loro opera. Giolitti non amava avere alla Camera uomini di valore, che potessero dar– gli ombra, anche se fossero nella maggioranza; e demoliva senza pietà ogni oppositore risoluto, cioè ogni uomo di ingegno e di carattere. Fra il 1902 e il 1913, ridotte le elezioni ad una commedia, in cui il ministro degl'Interni aveva sempre l'ultima parola, molti buoni elementi si ritirarono dalla vita parlamentare a vita privata, o accettarono di andarsene al Senato: per es. Wollemborg. D'altra parte occorre tener conto che uomini di valore, dopo il 1900, non se ne sono fatti avànti in quantità nella nostra vita pubblica: la generazione che si è formata fra il 1880 e il 1900 non ha dato nessun uo– mo politico serio, fra il 1900 e il 1915: gli uomini di valore erano assorbiti in questi anni o dalla burocrazia romana, che si sviluppava mostruosamen– te e cooptava tutti coloro che rimanendo nella vita pubblica potevano darle noia, o dalla industria o dal commercio. La coltura politica in Italia, via via che morivano gli uomini del Risorgimento, si è andata estinguendo. Le generazioni che governarono l'Italia fra il 1860 e il 1900 avevano alcune centinaia di uomini forniti di coltura politica europea, i quali si erano fat– ti da sé su fonti prevalentemente inglesi e francesi. Con la riforma elettora– le del 1882 il predominio politico passò dai proprietari fondiari e dalla bor– ghesia industriale alla piccola borghesia intellettuale: cioè ad una classe politicamente incoltissima. Le Facoltà di lettere e di legge, che dovrebbe– ro dare la coltura politica a questa classe, non funzionano che come orga– ni di pedestre coltura professionale e di erudizione apolitica, o di retorica e di perversione morale. Si può dire che. in questi ultimi vent'anni l'Italia non ha avuto nessun pensiero politico, all'infuori delle chiacchiere giorna– listiche e della retorica parlamentare. E la incapacità dei deputati di tutti i partiti era attribuita al regime parlamentare: quasi che il regime sia- cosa diversa dagli uomini. La verità è che l'Italia non ha uomini politici seria– mente preparati alla vita pubblica. Nelle elezioni del 1919, spazzammo via 17 BiblotecaGino Bianco

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