Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo Mi resi subito conto del pericolo che il governo italiano potesse inclu– dere nel suo programma l'annessione della Dalmazia e del Sud Tirolo, da me ritenuta ingiustificata e dannosa per gli interessi italiani, perché il Sud Tirolo è tedesco, e perché la Dalmazia è abitata da una popolazione slava nella sua quasi totalità e, in tempo di guerra, l'occupazione del suo retroterra sarebbe quindi stata impossibile. Per questi motivi, alla fine del 1914, mi dichiarai apertamente contrario alla annessione del Sud Tirolo e della Dalmazia. Per commettere il crimine attribuitomi da Mussolini/ "di avere cioè un unico frenetico desiderio, quello di distruggere tutti i frutti di una lotta vittoriosa," non aspettai perciò i primi mesi del 1919. Musso– lini era al corrente di questi fatti inerenti al mio passato, quando scriveva sul suo Popolo d'Italia il 4 febbraio 1918: "Dove ha pescato l'amico Salve– mini l'idea che noi si aspiri alla Dalmazia?" Mussolini sorvola su un uomo agli ordini del quale ho militato, e la cui influenza nella "politica di rinuncia" è stata piu grande della mia: Leo– nida Bissolati. Il 29 ottobre 1924 Mussolini inaugurò un monumento alla memoria di Bissolati con queste parole: "È troppo presto per dare un giudizio sul dissidio determinatosi tra me e Bissolati dopo la guerra, e dovuto ad una divergenza di opinioni su ciò che in quel momento costitui– va l'interesse nazionale." Nel febbraio del 1918 e nell'ottobre del 1924 difficilmente Mussolini avrebbe potuto includere me e Bissolati tra gli "individui incoraggiati dalla complicità e dai desideri egoistici degli Alleati." L'ultimo ad inventare una calunnia del genere dovrebbe essere Musso– lini. Piu di una volta egli è stato pubblicamente accusato di aver "mer– canteggiato" col governo francese nell'ottobre del 1914, di aver mutato atteggiamento di fronte alla guerra e di aver fondato il suo giornale, nel novembre del 1914, con "assegni patriottici" emessi dal governo francese. Lungi dal respingere l'accusa, egli scrive nelle sue Memorie: Desideravo ed avevo bisogno di un quotidiano. Quando è in ballo soltanto il de– naro, divento uno stregone. Quando si tratta di mezzi e di capitali necessari a realizzare un progetto come quello di un giornale, afferro soltanto il lato astratto, il valore poli– tico e l'essenza spirituale della cosa. Il denaro è per me detestabile, ma può creare tal– volte belle e nobili cose. Noi avevamo bisogno di molto denaro ... Il primo numero del Popolo d'Italia usd il 15 novembre 1914. (Britannia, 5 ottobre 1928.) Questo è l'uomo che, non contento di avermi costretto ad abbandonare i miei studenti, la mia casa, la mia patria, di avermi privato della cittadi– nanza, di avermi condannato alla confisca dei beni e di aver permesso che nella stampa fascista si minacciasse alla mia vita, cerca ora di distruggere il mio onore, unico bene rimastomi, insinuando che io ho tradito il mio paese natale al servizio di interessi stranieri. Cordialmente. 416 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=