Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo cessario non è vendicarsi di chi ci ha fatto del male, ma metterlo in cond~ zione di non poter ricominciare piu a far del male. Chi ci ha fatto del ma– le, è nove volte su dieci un povero diavolo che è stato spinto dai suoi capi a fare il male. L'uomo pericofoso non è lui è 4'[ suo capo. Lascia da parte lui, e mir.a al suo capo: all'ufficiale della milizia, al podestà, al segretario del fascio, al prefetto, al deputato. Questa è la gente nociva. Non colpire il piccolo gre– gario se questi non resiste. Se scappa, lascialo scappare. Pensa solamente a far p 1 azza pulita, al piu presto possibile, di chi può diventare centro di un'organizzazione. E ridotto l'oppressore all'impotenza, ricordati che non devi diventare tu oppressore alla tua volta. Il desiderio di vendetta ceda al sentimento della giustizia. Mettere fuori corso i capi fascisti è il primo passo. Il secondo passo è l'organizzazione della nuova libertà. Si fa la guerra per far la pace. Si ab– batte la dittatura per conquistare la libertà. Alla sola maggioranza del po,– polo italiano, liberamente organizzata secondo le naturali disposizioni dei suoi gruppi economici, sociali, intellettuali, - e salvo sempre il rispetto dovuto dalla maggioranza alle libertà della minoranza - spetta il diritto di scegliere le nuove forme politiche destinate a prendere il posto della dit– tatura fascista. Ma gl'italiani non potranno in pochi giorni compiere il lavoro gigan– tesco della ricostruzione. Avranno bisogno di alcuni mesi di "governo prov– visorio" per orientarsi, per informarsi di quel che è avvenuto realmente in questi anni di tenebre, per riclassificarsi liberamente nelle nuove organiz,– zazìonì economiche e politiche, per discutere le linee della nuova costitu– zione politica, per scegliere i loro rappresentanti legittimi nei governi locali e nel governo centrale. Sarà necessario un periodo di trans,izione, piu breve che sia possibile, ma non cosf breve che gli italiani non abbiano il tempo necessario per scegliere a ragion veduta i loro nuovi governanti. "Governo provvisorio" non significa un comitato di tre, sette uomini insediati nella capitale, che fanno ogni cosa; mentre gli altri antifascisti, compiuto lo sforzo della rivoluzione, se ne tornano a casa, e se ne stanno con le mani in mano a guardare. Il governo provvisorio in tanto potrà fare qualche cosa al centro, in quanto i gruppi locali antifascisti si manterranno affiatati ed attivi in tutto il paese. Ogni comune avrà bisogno di un gover,– no provvisorio comunale. I credenti nella nuova libertà non debbono fare prepotenze né locali né centrali. Le pubbliche libertà debbono essere immediatamente ristab.ilite per tutti. Senza le libertà di parola, dì stampa, di associazione, di riunione, di voto ecc. come potrebbe il popolo italiano discutere i problemi della sua nuova costituzione politica e scegliere liberamente la sua strada? Ma gli antifascisti debbono rimanere organizzati ed armati per resistere alla pre– potenza di chiunque voglia imporre con la violenza le proprie idee alle al– tre sezioni della comunità. La libertà deve essere armata. Dopo che una 406 BiblotecaGino Bianco

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