Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo riprenderemo contro la dittatura comunista la lotta per la nuova libertà. La dittatura comunista non potrebbe durare piu di poche settimane. Se il fallimento comunista troverà noi pronti a prendere la successione con ener– gia e rapidità, in nome della "nuova libertà,,, anche l'esperienza comunista non sarà stata vana. Se nessuno sarà capace di riorganizzare il nostro paese con istituzioni libere, il fallimento della dittatura comunista condurrà ad una nuova dittatura fascista piu bestiale e piu infame, o alla fine della indi– pendenza e dell'unità nazionale. È necessario che si formi attraverso tutta l'Italia, fra gli uomini di tutti i partiti e fra gli uomini fuori-partito, una catena di credenti nella "nuova libertà,,, deliberati a lottare e a morire per la libertà propria e per la libertà di tutti, avversi tanto alla dittatura fascista, quanto alla dittatura comunista, pronti a buttarsi avanti alla prima occasione opportuna per ab– battere la dittatura fascista e per tagliar la via alla dittatura comunista. È necessario affrettarsi. Piu tempo passa e piu gente si esaspera, e piu la gen– te esasperata si lascia attirare nella zona d'influenza comunista, e piu la gente che ha paura del comunismo, si aggrappa al fascismo. La inerzia im– belle di troppi antifascisti è il maggior aiuto alla propaganda comunista. Quando tanti antifascisti se ne stanno con le mani in mano, è naturale che co– loro che hanno sangue nelle vene, si lascino attirare da chi è solo a predicare la rivolta, qualunque sia la sua bandiera. Nella seconda metà del 1924 sarebbe stato possibile abbattere il fascismo senza dovere in seguito affrontare una lotta molto difficile coi comunisti. Oggi una lotta coi comunisti sarà piu difficile che quattro anni or sono. Sarà anche piu difficile domani, se un terzo movimento non si forma in Italia, che accetti dalla predicazione co– munista quel che risponde realmente alle necessità dell'ora, cioè la tattica rivoluzionaria, ma rifiuti quel che non risponde a quelle necessità, cioè il programma dittatoriale. IV. La rivoluzione per la libertà Molti antifascisti, specialmente nelle campagne, hanno nello spinto la idea che alla prima occasione debbono vendicarsi. Di tanto in tanto qual– cuno perde la pazienza e ammazza un fascista. Queste risse isolate non pos– sono avere nessun risultato utile. Quando uno si è fatto salire il sangue alla testa e ferisce o ammazza un fascista, che cosa succede? Gli altri fascisti si raccolgono, piombano sulla sua casa, lo uccidono o lo costringono a fuggire. Che vantaggio c'è a farsi ammazzare in una rissa da osteria che non può esercitare nessuna influenza utile sul corso degli avvenimenti? Per abbattere il fascismo le risse isolate non servono a nulla. Bisogna assalire i fascisti contemporaneamente su tutti i punti. È necessario un mo– vimento di insieme per impedir loro di concentrarsi e diventar forti. Anche gli attentati terroristici, come quelli del Diana e di Piazza Giulio 404 BiblotecaGino Bianco

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