Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo nella brace comunista. La massa apolitica, che rimpiange la perdita dei diritti personali, non intende accettare la vergogna di una nuova schiavitu, specialmente se a questa vergogna si aggiungeranno le sofferenze prodot– te dalla disorganizzazione economica inevitabile in una rivoluzione comuni– sta. Coi fascisti "se non altro" si mangia: poco, male, ma si mangia. Coi comunisti non si mangerebbe. Messi a scegliere solamente tra fascismo e comunismo, i piu accettano come meno peggio il fascismo. Noi rifiutiamo la dittatura comunista cosi come rifiutiamo la dittatura fascista. Poco c'importa se chi intende metterci domani i piedi sul collo, parli _ in nome del "proletariato," mentre chi ci tiene oggi i piedi sul collo parla in nome della "nazione." Le formule sono diverse, la realtà è sempre la stessa. Non è la "nazione" non è il "proletariato" che esercitano la dittatura. Un gruppo di fanatici si pretende infallibile, si arroga il monopolio di pensare in rappresentanza di tutti, nega il diritto di dissenso e di opposi– zione a chi non condivide le sue idee. La "dittatura del proletariato" pro– messaci dai comunisti è la dittatura di quei soli individui - proletari, pic– coli borghesi, borghesi, magari milionari - che militano nel partito comu– nista. Costoro assumerebbero la dittatura in nome del "proletariato"; la rap– presenterebbero come dittatura del proletariato ma in realtà la esercitereb.– bero sul proletariato, e magari contro la volontà della maggioranza dello stesso proletariato, per obbligarlo ad essere comunista e felice per forza. Quand'anche la dittatura potesse realmente essere esercitata dalla "na– zione," o dal "proletariato" e non da gruppi facinorosi usurpanti la rap– presentanza della "nazione" o del "proletariato," noi rivendicheremmo con eguale intransigenza il diritto di dissenso e di opposizione, in noi e nei no– stri avversari, contro qualunque dittatura. Perché nessuna "nazione," nessun "proletariato," nessuna maggioranza, nessuna minoranza. può sopprimere in nessuna frazione della comunità il diritto di dissenso e di opposizione. Anche se ci si dimostrasse che il comunismo ci renderebbe tutti ricchi, saggi e felici, noi ci rifiuteremmo di diventare ricchi, saggi e felici per forza. Se una riforma ci sembra utile e necessaria, vogliamo che ci sia consentita dalla maggioranza dei nostri concittadini; siamo disposti ad aspettarla fin– ché non ottenga il libero consenso di quella maggioranza, e riconosciamo che la maggioranza ha il diritto di annullarla non appena trovi che i risul– tati non giustificano le nostre aspettative. Una riforma, grande o piccola che sia, la rifiutiamo a priori, se non ci è permesso di discuterla. Non ci ri– teniamo infallibili e perciò non siamo fanatici. Su un solo punto siamo fanatici: intendiamo rivendicare e difendere la nostra libertà dalla prepo– tenza di tutti i fanatici, comunisti o fascisti che siano. Alcuni ci dicono: "Non fate discussioni coi comunisti. Tutto ciò che minaccia la dittatura fascista ci è utile. Tutte le forze che contribuiranno alla rivoluzione antifascista sieno le benvenute. La lotta contro i comunisti la faremo quando non ci saranno piu i fascisti a tenerci i piedi sul collo." 402 BiblotecaGino Bianco

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