Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Il primo dovere: conquistare la Nuova Libertà Chi pensa solo ad approfittare della crisi del fascismo per arrivare al mil– lennio comunista, ficchi pure per forza nel budello fascista i soli capitalisti, e nel budello antifascista i soli proletari. Noi rifiutiamo di comprimere la realtà in schemi preconcetti. Per noi la lotta fra fascisti e antifascisti non è una lotta fra due sole classi; è una lotta degli uomini liberi di tutte le classi, contro i prepotenti di tutte le classi, malgrado la indifferenza dei pol– troni di tutte le classi. Noi consideriamo nostri amici quei capitalisti che sono antifascisti, e nostri nemici quei proletari che sono fascisti. Alla con– quista della nuova libertà noi convochiamo tutti gli italiani degni della libertà. Quegli "altri ceti" il cui malcontento i comunisti sperano di utilizzare come l'asinaio utilizza la fatica dell'asino, sono i nove decimi della popola– zione italiana. Che i nuclei operai di alcune grandi industrie, guidati dai comunisti, possano imporre la loro volontà in alcune città, è ben possibile. Ma queste città sono raccolte quasi tutte nell'Italia settentrionale ed anche qui sono circondate da plaghe in cui la massa della popolazione agricola non si lascerebbe controllare dagli operai delle città senza una fiera lotta. E che cosa prevedere di una dittatura comunista che gli operai industriali di Torino andrebbero ad imporre agli "altri ceti" della Sardegna e della Si– cilia? Dopo che fossero riusciti ad imporsi ai nove decimi della popolazione col terrore, i comunisti italiani si troverebbero, sotto il controllo dei paesi esteri, cosi come si trovano oggi i fascisti. L'Italia dipende economicamen– te dall'estero. Noi dobbiamo importare dall'estero tutte le materie prime ne– cessarie alle nostre industrie e buona parte del nostro cibo giornaliero. Chi ci manda dall'estero i suoi prodotti, vuole essere pagato. In una Italia con– trollata da una dittatura comunista i capitalisti esteri non avrebbero fiducia. La dittatura fascista è favorita dai capitalisti esteri. La dittatura comunista italiana, sarebbe boicottata per sfiducia economica e per ostilità politica. La popolazione italiana sarebbe ridotta alla fame in poche settimane. Il popolo russo ne sa qualcosa di questo boicotaggio; ha sofferto e soffre tut– tora atrocemente di esso. Ma la Russia è in condizioni economiche e geo– grafiche diverse dall'Italia. Una occupazione estera per un paese come l'Italia, disorganizzato dalla fame, sarebbe tecnicamente facilissima, e sa– rebbe accolta come una liberazione dalla grande maggioranza della popola– zione affamata. L'Italia è l'ultimo paese del mondo che possa darsi il lusso di fare un esperimento comunista. Finché i paesi economicamente egemonici (Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Germania) conservano il regime capita– listico, noi non possiamo fare non solo una rivoluzione comunista, ma nean– che una rivoluzione che abbia l'apparenza di essere comunista. Minacciando una rivoluzione comunista, che non può avvenire o che anche se avvenisse non potrebbe reggersi, i comunisti rendono alla dittatura fascista il servigio prezioso di funzionare da spaventapasseri contro gli "al– tri ceti." Questi non sono punto disposti a cadere dalla padella fascista .401 · BiblotecaGino Bianco

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