Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui 25 novembre Paolo Boldrini mi dice che un capitano, che vive a Firenze·, aderente al Partito popolare, gli ha raccontato che nei giorni della cosf detta rivo– luzione, tutti gli ufficiali avevano ordine di stare in permanenza ai loro posti, e i soldati erano consegnati. Ma le mitragliatrici erano senza car– tucce; e i soldati nelle caserme furono privati dei fucili; solo i soldati di guardia all'entrata delle caserme avevano i fucili,. ma non avevano le car– tucce. A tutti era fatto ·obbligo di non partecipare a nessun atto di repres– sione. Queste notizie confermano pienamente la mia diagnosi: "un colpo di stato organizzato dalle autorità militari, sotto la maschera di una pseudo– rivoluzione civile." Le autorità militari suscitarono ovunque gruppi fasci– sti, e nel momento della "marcia su Roma" si astennero dal reprimere il movimento da esse stesse suscitato. Il generale Damiani, della Brigata Ancona, amico di Boldrini, è indi– gnato e umiliato. L'esercito - dice - si è messo su una china pericolosa. Se Mussolini riesce a tenersi su, tutto a poco a poco sarà dimenticato e ac– comodato. Ma se Mussolini fa fiasco, gli ufficiali riprenderanno a far poli– tica, pretenderanno imporre il successore, si divideranno in fazioni, e sarà lo sfacelo dell'Italia. 26 novembre Ieri sera," il prof. Pinzi, filofascista, reduce da Roma, dove ha frequen– tato ambienti fascisti, diceva che vi sono intorno a Mussolini due correnti: la corrente di destra, conservatrice, nazionalista, clericale; e la corrente di sinistra, massonica, collaborazionista, anticlericale. Impossibile prevedere quale corrente prevarrà. Pinzi, sta per la corrente collaborazionista. Te– me anch'egli un diversivo di politica estera, da parte di Mussolini, di fron– te all'acuirsi dei contrasti interni: una guerra con la Jugoslavia, che i na– zionalisti e fascisti giudicano debole per i dissidi fra serbi e croati. I due problemi interni del fascismo sono lo squadrismo ed il sindacalismo. I ~ilitari vorrebbero sciogliere, o assorbire, o controllare le squadre fasci– ste: queste rifiutano di perdere. la autonomia e la consistenza attuale. Pin– zi spera che a poco a poco la gerarchia militare regolare riesca a dominare questa organizzazione concorrente, trasformandola in società gimnastiche premilitari. Quanto ai sindacati operai, Mussolini li terrà a bada per qualche tempo, e poi li scioglierà. I fascisti dei nuclei dirigenti romani pensano che occorre mandare fuori d'Italia, in tutti i modi, al piu presto, un milio– ne e mezzo di bocche soprannumerarie: cercheranno di avviarle verso il Brasile, dove magari moriranno di fame: quel che importa, è che vadano via dall'Italia. Per difendere il loro predominio sono disposti a qualunque "crudeltà." 15 Bibloteca Gino Bianco

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