Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo dal Governo: abbiamo due governi: il governo civile, e il governo militare. Il Governo civile è formato dal Ministero, che non può far senza del voto della Camera, e da quella parte della burocrazia, che obbedisce ancora ai mi– nistri civili, o che non aderisce al movimento fascista, il Governo mili tare si dissimula sotto la maschera della organizzazione fascista, e ottiene l'ade– sione di un numero sempre piu esteso di prefetti, di magistrati, di associazio– ni politiche. Nell'ottobre del 1922, le autorità militari mascherate dal fascismo mus– soliniano, si sono sbarazzate di quelle autorità civili, che non erano disposte a secondarie; e sono diventate l'unico governo dell'Italia. Ojetti mi racconta, avendolo saputo da persona intima di Amendola, che il Re, nella notte dal 25 a 26 Ottobre, alle 3, dichiarò che non intendeva "cedere alla piazza"; e piuttosto partiva dall'Italia col figlio, lasciando la reggenza al duca d'Aosta; in base a questa dichiarazione, Facta preparò il decreto di stato d'assedio. Ma Federzoni, Forges Davanzati e C.i, avuta questa notizia, andarono a parlare con Thaon di Revel e lo mandarono dal Re a spiegare che il movimento non era contro il Re, che occorreva in– quadrarlo e regolarizzarlo, che solo il Re poteva evitare il danno al paese che sarebbe venuto da una crisi dinastica. Il Re si lasciò convincere; e quan– do alle sette di mattina Facta gli portò da firmare il decreto, il Re rifiutò. Questo racconto si può conciliare con quanto Anzilotti seppe dal ni– pote di Taddei. Ci sono tre fasi: 1°) il re è contro i fascisti; 2°) interviene Thaon di Revel - solo, o con altri pezzi grossi militari, che rifiutano di obbedire? 3°) il re cambia tattica e rifiuta lo stato d'assedio. Ojetti mi dice che, alcuni giorni or sono, il Re parlando con lui dei riformisti, li chiamava "del resto, gran brava gente." Quale 1,1morismo l Sempre Ojetti racconta due aneddoti. Si era sparsa al Vaticano la voce che i fascisti invadevano il Vaticano. Gasparri si precipita a dar la notizia al Papa. Il Papa risponde: "E lei non potrà mica dire che io non sono in casa! " Monsignor Bisogni, antico prelato di Pio IX, uomo sugli 80 anni, inter– rogato del suo pensiero sul fascismo, ha risposto: "Nel 1870, noi, Roma la difendemmo meglio I" Fra nazionalisti e Mussolini non corre - sempre Ojetti racconta - buon sangue. Mussolini non pensava a mettere i nazionalisti nel Ministero. Fe– derzoni, ottenendo l'adesione del Re al nuovo regime, valorizzò i naziona– listi di fronte a Mussolini. Si aspettava di esser ministro degli Esteri. Mus– solini lo mise alle Colonie senza lasciargli il tempo di fare osservazioni. E andandosene a Losanna ha lasciato come facente funzioni di presidente, non Federzoni, a cui l'ufficio spetterebbe secondo il protocollo, ma Teofilo Rossi. 14 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=