Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

La voce del padrone filiati al partito comunista e noti per la propaganda che facevano tra le masse operaie della provincia di Biella. In una perquisizion·e esegu,ita nella casa si trovarono varie copie di giornali comunisti, e altri foglietti di carattere sovversivo stampati dallo stesso Graziano furono trovati in casa della sua fidanzata ... Nel suo interrogatorio il Graziano ammette di avere stampato e distribuito ai compagni di lavoro opuscoli sovversivi, ma nega che la sua fidanzata fosse consapevole di ciò che egli faceva ed esclude che essa sia comunista. "Come mai," chiede il presidente all'imputato, "in casa della Rossetti fu sequestrato gran parte del materiale sovversivo acquisito agli atti?" "Perché quel materiale era mio," risponde l'imputato, "e in casa non lo potevo tenere per divieto dei miei familiari." Il presidente chiede alla Rossetti se ammette di essere comunista. L'imputata nega e si protesta innocente; e aggiunge che nulla sapeva di ciò che faceva il suo fidanzato per la propaganda comunista. Tre carabinieri confermano i loro rapporti e ripetono che tanto il Graziano quanto la Rossetti erano comunisti. Il tribunale condanna il Graziano e la Rossetti a 18 anni di reclusione, 3 anni di vigilanza speciale e all'interdizione per– petua dai pubblici uffici. Alla seduta del Senato del 16 dicembre 1925 il senatore Tamassia deplo– ra che la legge sulla stampa italiana abbia "separato l'Italia dal resto del- l 'E " M 1· . . "N " T . "v· ' 1 uropa. usso 1m mterrompe: o, no. amassia: 1 e un so o paese in Europa simile all'Italia, la Russia." Mussolini: "Vi sbagliate, c'è anche l'Inghilterra. (Da un resoconto ufficiale.) Il sottosegretario agli Esteri, Grandi, in un'intervista accordata al M or– ning Post il 24 gennaio 1926, ha dichiarato che "le nuove leggi fasciste sulla stampa non differiscono in maniera notevole da quelle inglesi." Il M or– ning Po!St ha riportato in perfetta buona fede questa affermazione. Mus,solini, in un'intervista accordata ad uno di quei giornalisti stranieri che si prestano tanto gentilmente a diventare agenti della "propaganda," ha formalmente negato, nel gennaio del 1927, che in Italia sia stata abolita la libertà di stampa. Spiegherò chiaramente - ha detto - il mio atteggiamento nei confronti della stam– pa. Vi sbagliate supponendo che io abbia soppresso la libertà di stampa. Tutti i giornali sono autorizzati a pubblicare quel che vogliono, purché non contravvengano alle leggi votate recentemente per la protezione degli interessi legittimi del governo e dello Stato. Se uno di loro contravviene a tali leggi, pubblicando qualcosa che possa scuotere l'au– torità dello Stato o provocare agitazioni nel pubblico, beh, allora viene sottoposto alla legge sul sequestro. Questo non significa che il giornale è soppresso per sempre. È riti– rato dai chioschi e il direttore viene ammonito. Io osservo la massima imparzialità nei confronti di tutti i giornali e ho avuto occasione di sequestrare anche dei giornali fa– scisti perché avevano pubblicato notizie destinate a provocare discordie civili. La stam– pa deve essere controllata: o, per meglio dire, trattenuta nel rispetto delle leggi, dato che tali leggi sono state votate nell'interesse collettivo della popolazione. Ma la giustizia è uguale per tutti, sia per gli avversari del regime che per i fascisti. Non erano ancora passati quattro mesi quando Mussolini, nel suo di– scorso m data 26 maggio 1927, annunciava trionfalmente alla Camera ~ei deputati: "Tutti i giornali di opposizione sono stati soppressi." (La sop– pressione risaliva al mese di novembre 1926, vale a dire çrçi,gi gµç mesi an– teriore all'intervista del gennaio 1927.) 3iblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=