Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

La voce del padrone ma. Poiché si era in periodo di rinnovo degli abbonamenti e dei contratti pubblicitari, questa sospensione significava morte sicura per i giornali piu deboli. Il Popolo (popolare) e La Giustizia (socialista riformista) non so– pravvissero. Uno dei redattori del Lavoro, Giovanni Ansaldo, tra i piu col– ti e brillanti giornalisti, già bastonato parecchie volte, fu costretto a dare le dimissioni affinché il giornale potesse uscire. 8 Il Mondo e Il Risorgimento furono sequestrati per 66 giorni consecutivi, pur avendo pubblicato soltan– to notizie di agenzie ufficiali e articoli attinti ad altri giornali. Frattanto, un'operazione strategica su vasta scala veniva condotta con– tro i due piu importanti giornali italiani, La Stampa e Il Corriere della Sera. La Stampa, ufficialmente sospesa dalla fine di settembre, fu autoriz– zata a riprendere la pubblicazione dopo il licenziamento del corpo reda– zionale. Cessò di essere un giornale senza colore politico. Solo questa man– canza di colore ne rivelava il carattere di opposizione. Il sen. Albertini, di– rettore del Corriere della Sera restò al suo posto, malgrado la furibonda campagna d'ingiurie e minacce scatenatasi contro di lui. Ma i fratelli Cre– spi, i piu importanti azionisti del giornale, entrambi fascisti, scoprirono nel contratto dell'Albertini un vizio di carattere tecnico che li autorizzava ad annullarlo. E il 21 novembre 1925, l'Albertini dovette lasciare il suo posto. 9 Da quel momento il Corriere della Sera, sotto la direzione di Ojetti, è stato "fascistizzato. 11 Contemporaneamente si verificò una vera ecatombe di piccoli giornali, ai cui direttori e redattori venne rimproverato di essere antifascisti, o ad– dirittura troppo tiepidi fascisti. Parecchi di questi giornali furono sospesi e ciò, nella maggior parte dei casi, significava morire d'inedia. A Bari, Ales– sandria, Udine, Parma, Piacenza, ecc. alcuni morirono di "morte natura– le. 11 Il 4 dicembre il Nuovo Giornale di Firenze cambiò di redazione e passò ai fascisti. Altrettanto fece il Giornale d'Italia di Roma. Durante· questo cataclisma giornalistico, la Camera e il Senato discute– vano seriamente una nuova legge sulla stampa, come se i provvedimenti già adottati non fossero sufficienti. Secondo la nuova legge del 31 dicem– bre 1925, non soltanto i prefetti delle province, ma anche lo stesso pro– curatore generale possono vietare la pubblicazione di quei giornali con– dannati due volte di seguito per delitti di stampa. La stessa legge stabilisce, come conclusione, che si debba costituire In ogni provincia un collegio di giornalisti: Il direttore di un giornale deve essere iscritto all'albo del collegio. L'esercizio del– la professione di giornalista non è permesso che a coloro che sono iscritti all'albo. s La sua casa fu saccheggiata a Genova nel novembre del 1926; nel dicembre del 1926 egli venne arrestato sotto l'accusa di aver tentato di lasciare l'Italia assieme a due amici, e fu condannato al confino. 9 I documenti relativi a questa selvaggia campagna di stampa contro Albertini furono pubblicati giornalmente dallo stesso "Corriere della Sera," dal 12 al 20 novembre •1925. 381 BiblotecaGino Bianco

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