Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo non saranno cambiate darò ordine di applicare le misure adottate contro il giornale comunista di Trieste. 7 Affinché il lettore possa farsi un'idea delle condizioni in cui si è venuta a trovare l'opposizione nel 1925 daremo ancora due esempi. Il giornale socialista riformista di Milano, La Giustizia, dopo essere stato sequestrato quotidianamente per quindici giorni, usd un giorno con il solo titolo e le rubriche: cronaca di Milano, Teatri, ultime notizie, ecc. Le altre co– lonne erano bianche. Il giornale fu sequestrato perché le autorità teme.vano che "turbasse l'ordine costituito ..." Il 10 giugno 1925, primo anniversario della. morte di Matteotti, il giornale riprodusse in prima pagina il ritrat– to di Matteotti, senza una parola di commento. Fu sequestrato per gli stes– si motivi. Il giornale popolare Il Popolo fu sequestrato per il suo editoria– le: usd allora con delle notizie di agenzie di informazione al posto del– l'editoriale. Anche questa edizione fu sequestrata; anche questa poteva "compromettere l'ordine e la quiete pubblica." Rivelare uno scandalo su contratti governativi, esporre i misfatti di questo o di quel capo del partito, denunziare la violenza, dare perfino la semplice cronaca di certi avveni– menti, tutto era definito, per ordine del prefetto, "pericoloso per la quie– te pubblica." La Giustizia del 25 dicembre 1925 accusò il deputato fascista Bigliardi d'aver organizzato un falso attentato contro se stesso. Dava co– sf ai fascisti di Reggio Emilia un pretesto per esercitare delle rappresa– glie, durante le quali fu ucciso un operaio, molti altri furono feriti e circa trenta cooperative socialiste furono incendiate e saccheggiate. Quell'edizio– ne della Giustizia fu sequestrata dal prefetto di Milano: metteva in peri– colo la quiete pubblica. Un anno dopo, il direttorio del partito fascista riconobbe che le accuse rivolte a Bigliardi erano perfettamente fondate e lo espulse dal partito. Una circolare del Ministero dell'interno, in data 7 gennaio 1926, chia– risce come il prefetto, ordinando il sequestro di un giornale, non abbia l'obbligo di verificare l'esattezza delle informazioni che ritiene sovversive: L'obbligo di verificare se una notizia capace di turbare l'ordine pubblico sia vera o falsa, prima di prendere le misure necessarie al mantenimento di tale ordine, è as– surdo. La protezione dell'ordine è il primo elementare dovere di qualsiasi governo e prescinde dall'opinione circa la mala fede della persona che la compromette. Nel novembre del 1925, dopo la scoperta del cosidetto complotto Za– niboni, quattro giornali furono ufficialmente sospesi per venti giorni: La Giu– stizia, Avanti!, Voce Repubblicana e l'Unità. Altri quattro giornali, tanto prudenti da rendere impossibile un ragionevole pretesto di sospensione, non furono sospesi: ma la polizia ne vietò egualmente la pubblicazione. Erano Il Lavoro di Genova e Il Mondo, Il Popolo e Il Risorgimento di Ro- 7 La tipografia e i locali della redazione del giornale comunista di Trieste, "Il Lavoratore,,, furono saccheggiati il 31 ottobre 1923. 380 BiblotecaGino Bianco

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