Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

La voce del padrone 1 La libertà di stampa era stata garantita, come princ1p10, dallo statuto piemontese del marzo 1848. Fu regolata in via provvisoria da un decreto del 28 marzo 1848, al quale il Parlamento non apportò alcuna modifica, e che si prese l'abitudine di considerare, nella prassi politica e giudiziaria, come parte integrante dello statuto. Questo decreto aboliva la censura, affi– dava ai tribunali ordinari la giurisdizione dei delitti di stampa e consen– tiva al procuratore generale di sequestrare l'intera edizione di un giornale qualora, a suo avviso, essa contenesse materia di delitto; sequestro che avreb– be dovuto essere seguito da un processo. Dopo l'unificazione dell'Italia, que– sto decreto fu esteso a tutto il paese. Nel 1906 il potere di sequestrare un giornale fu abolito da una legge del Parlamento. Sotto questo regime di libertà assoluta si notò un costante aumento del numero e della tiratura dei giornali. Nel 1880 il giornale a piu forte tira– tura, Il Secolo, vendeva 25.000 copie al giorno. Nel 1915 il Corriere della Sera tirava 600.000 copie. Nel 1920 la stampa politica italiana era cosi suddivisa: Quotidiani 157 Settimanali 84 3 Giornali umoristici 79 Riviste di studi politici e sociali 398 Organi sindacali, di organizzazioni professionali, ecc. 388 Agenzie d'informazioni 22 A parte questa stampa essenzialmente politica, voi erano 1780 periodici dedicati alla religione, alla giurisprudenza, alla medicina, alla filosofia, alla storia, alle belle arti, all'agricoltura, ecc. 2 Durante i due primi anni dell'attività fascista (1921-1922), i giornali che non piacevano ai fascisti ebbero a subire molto spesso i rigori di un trattamento "rivoluzionario." Le tipografie, i locali delle redazioni e i mac– chinari furono distrutti ed incendiati. I direttori e i redattori bastonati, fe– riti, uccisi ed esiliati. Delle intere edizioni di giornali furono bruciate al– l'uscita dalla tipografia o presso le stazioni ferroviarie. Gli strilloni furono minacciati o bastonati e i giornalai si videro incendiare i chioschi. 1 È l'introduzione, scritta da Salvemini, al catalogo, stampato a Parigi nel 1928, della esposizione della stampa antifascista apertasi a Colonia, in Germania, il 10 giugno 1928 e patro– cinata dalla "Union des journalistes antifascistes italiens Giovanni Amendola." Del catalogo fu stampata anche una edizione tedesca: Ausstellung der Italienischen antifaschistichen Presse. II saggio introduttivo è l'ampliamento di un precedente articolo pubblicato sul "New Statesman" del 15 gennaio 1927 col titolo: The treatment of the press in fascist Italy. [N.d.C.] 2 "Annuario della stampa italiana.'' 378 BiblotecaGino Bianco

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