Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Una lettera ganizzazioni. Quale ministro del Lavoro è il capo delle Corporazioni e può fare tutto quel che gli pare. Il 1° luglio 1926 egli appoggiò la richiesta dei datori di lavoro intesa a portare la giornata lavorativa da otto a nove ore: Sarà necessario lavorare un'ora in piu - dichiarò in un'intervista al Daily Mail il 2 giugno 1926 - senza aumento di salario, soltanto in quelle industrie, come le tessili, che sopportano l'urto della concorrenza straniera. Prevedo che nelle industrie piu fiorenti un supplemento di salario per l'ora in piu sarà fissato mediante trattative tra le organizzazioni che rappresentano il capitale e il lavoro. Tutti i segretari dei sindacati fascisti gli spedirono un telegramma, di., chiarando che i lavoratori si ritenevano fortunati di poter compiere questo gradevole sacrificio in favore del loro pase. La cosa fu divulgata all'estero come l'ultimo successo dell'" uomo forte." Ecco, per esempio, cosa ha scritto uno di piu sfacciati propagandisti in America. Non desta grande sorpresa il fatto, che gli stessi lavoratori abbiano suggerito l'e– sperimento delle nove ore giornaliere con una paga di otto ore, dato che questa ora potrebbe arrecare vantaggio all'agricoltura e all'industria. È importante notare che l'ag– giunta della nona ora è stata offerta volontariamente dai lavoratori stessi, come con– tributo diretto ad aiutare la nazione nella soluzione delle sue difficoltà. In Italia i la– voratori non reclamano insensati aumenti di salario, ma combattono per ridurre il co– sto della vita. (J. P. RoE, Mussolini's fourth year nella rivista 1/ Carroccio; New York, gennaio 1927.) Nessun propagandista ha ricordato che a Milano un operaio è stato condannato a sei mesi di reclusione e a una multa di cinquecento lire per aver incitato i compagni di lavoro a ribellarsi alla legge delle nove ore, e che tre contadini che nell'agosto del 1926 fecero circolare in provincia di Lecce un manifestino di protesta contro l'orario giornaliero delle nove ore, furono condannati nel luglio del 1927 a misure detentive var~anti da quat– tro anni e sei mesi fino a cinque anm e sette mesi ( Corriere della Sera, 25 luglio e 29 luglio 1922). Una lettera1 Rispondo alle domande che m1 avete comunicato con la vostra lettera del 21 aprile 1928. · 1) Nego assolutamente che il Tribunale Speciale per la difesa dello Stà- 1 Da "La libertà," Parigi, 6 maggio 1928. [N.d.C.] 373 BiblotecaGino Bianco

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