Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo Mentre i funzionari delle associazioni dei datori di lavoro vengono eletti dai membri dell'associazione stessa, i funzionari dei sindacati dei la– voratori sono, direttamente o indirettamente, designati dal presidente del– la Confederazione generale dei sindacati, presidente già a sua volta nomi– nato da Mussolini. Nella stipulazione dei contratti i datori di lavoro sono rappresentati da persone di loro scelta, mentre i lavoratori sono rappresen– tati da uomini sui quali non esercitano alcun controllo. I primi sono degli effettivi rappresentanti, i secondi sono dei funzionari. Cosf, nello "Stato cor– porativo" la classe dei datori di lavoro è un elemento attivo, che controlla i propri interessi; la classe dei lavoratori è un elemento passivo, soggetto a tutto quanto i funzionari sindacali pensano sia opportuno decidere nel corso delle trattative con i rappresentanti della classe attiva. Nel marzo-aprile del 1927 la stampa fascista intraprese una campa– gna giornalistica per provare come, a seguito della politica di rivalutazio– ne della lira, iniziata nell'agosto del 1926, il costo della vita dovesse calare, e come lo Stato fascista dovesse riuscire ad ottenere questa flessione. Il 3 maggio 1927, a Brescia, in un comizio cui, secondo i giornali, partecipa– rono ventitremila contadini, Augusto Turati, segretario generale del partito fascista, disse ai contadini che, nella provincia di Brescia, essi dovevano rallegrarsi di assecondare il loro amato duce nello sforzo di rivalutare la lira e che dovevano essere lieti di contribuire alla diminuzione del costo della vita, accettando una riduzione del 10% sul salario giornaliero, vale a dire Lit. 2,50. Naturalmente nessuno si oppose. Chiunque non avesse dimostrato il massimo entusiasmo sarebbe stato bastonato, espulso dal sindacato come "indesiderabile dal punto di vista nazionale," privato del lavoro e lasciato morir di fame. Dopo questo consenso unanime, Turati annunciò telegrafi– camente a Mussolini il risultato decisivo di questo "imponente comizio": la spontanea rinuncia dei lavoratori della provincia di Brescia al 10% dei loro salari. Poco tempo dopo i sindacati fascisti della provincia di Pavia (cioè le segreterie provinciali che controllano i sindacati fascisti nella provincia) de– cisero di accettare una riduzione eguale a quella della provincia di Brescia, non già dei loro salari, ma delle paghe dei contadini. Il giorno dopo, in provincia di Bologna, una riunione dei rappresentanti dei sindacati fascisti adottò la soluzione di ridurre del 10% tutti i salari della provincia. L'll maggio l'esecutivo del sindacato lavoratori portuali di Genova "certo di interpretare i sentimenti dei lavoratori portuali di Genova," annunciò che "di loro spontanea volontà essi rinunciavano al 5% dell'indennità caro-vita," cioè a cinque milioni annui sull'ammontare complessivo delle loro retri– buzioni. In tutta l'Italia si svolse una nobile gara a chi avrebbe per primo, e con maggior generosità, ridotto, non già il proprio salario, ma quello altrui. Nella "vecchia èra" la gente riteneva che il costo della vita fosse in diminuzione quando diminuiva il prezzo del cibo, del vestiario e degli af– fitti e restava stazionario, o almeno meno ridotto dei prezzi, il salario. Nel- 370 BiblotecaGino Bianco

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