Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Lo "Stato corporativo" nell'Italia fascista L'Inghilterra ha una splendida schiera di umoristi che ritraggono l'aspetto grottesco della vita. L'Italia ne ha pochi. In sette secoli, gli scrittori italiani che ridono, o suscitano il riso, si possono contare sulle dita di una sola mano. Un popo– lo che conduce una vita tanto dura, in un paese tanto povero, non può es– sere un popolo allegro. Per concludere, dunque, il popolo italiano è un popolo molto diverso da quel che di solito credono gli stranieri. È lavoratore, profondamente morale, di scarso senso politico, docile e, nel contempo indomabile; vivace nei movimenti, ma sentimentalmente freddo; non piu disonesto di ogni altro popolo; non cosf abile come generalmente si crede, piuttosto malin– conico che allegro, indifferente di fronte alla religione, ostacolato economi– camente dalla povertà della sua terra, ma ricco intellettualmente di tremila anni di civiltà. Lo "Stato corporativo" nell'Italia fascisti Il mm1stro della Giustizia del governo Mussolini, Rocco, ha giustifi– cato l'abolizione del diritto di sciopero in Italia mediante il seguente teo-_ rema: I I l Lo Stato non è piu Stato se non ha la possibilità di ammipistrare la giustizia nei conflitti tra classi e categorie sociali, impedendogli l'esercizio della giustizia privata, allo stesso modo con cui esso è proibito agli individui e alle famiglie. Ma chi è lo "Stato"? Lo "Stàto" è un'astrazione. Quel che conta, volendo affrontare a fondo l'argomento, è scoprire chi sono le persone che amministrano la giustizia "in nome dello Stato" nelle questioni di lavoro. I I funzionari delle associazioni sindacali adibiti alla stipulazione dei contratti occupano nello "Stato" il grado piu basso. Come sono eletti questi funzionari? 1 Da "The Nation and Athenaeum," London, 7 aprile 1928. [N.d.C.] 369 · Bibloteca Gino Bianco

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