Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Fascismo e filosofia dal 1502 al 1512, al cui servizio fu Machiavelli. Inoltre, tra il 1494, anno nel quale "il .figlio di Lorenzo il Magni.fico dovette lasciare in fretta Fi– renze, 11 ed il 1502, quello in cui Pier Sederini fu nominato Gonfaloniere a vita, corre un lasso di tempo di otto anni, durante i quali Savonarola (1494-1498) provò a sua volta, e senza riuscirci, di "riportare Firenze sulla via dell'antica virtu." Sembra che tre persone realmente esistite (Di– no Compagni, Savonarola e Pier Sederini) abbiano contribuito a creare questa "intuizione idealistica." Nel 1919, Max Beerbohm pubblicò una tra– gedia in cui Savonarola, Lucrezia Borgia, S. Francesco, Leonardo da Vin– ci e Dante dialogavano sul palcoscenico, mentre Guelfi e Ghibellini entra– vano in scena combattendo. Se Max Beerbohm fosse venuto a trovarsi, come la Lion, sotto l'influenza disgregatrice della ".filosofia idealistica" di Gentile, avrebbe potuto egualmente scrivere la tragedia, ma con intenti sed e non per scherzo. Se rivolgiamo la nostra attenzione al libro del maggiore Barnes, tro– viamo non un discepolo del prof. Gentile, ma di S. Tommaso d'Aquino. Mentre per la Lion il fascismo è l'erede e la conclusione di tutto il movi– mento idealistico dall'Umanesimo sino ai giorni nostri, il neo-scolastico maggiore Barnes dichiara essere esso la negazione dell'intero movimento ed il ritorno alla solita tradizione cattolica; l'Impero Romano diede vita al– la Chiesa cattolica e la Chiesa cattolica a Mussolini ed al fascismo. Appoggiandosi al metodo deduttivo dei buoni maestri medievali, e assistito dal professore di teologia dogmatica dell'Università Gregoriana a Roma, il maggiore Barnes elabora una teoria dell'ottimo governo, applicabile a tutti i tempi e a tutti i luoghi, che ben promette di sostituire il De Mo– narchia di Dante. Vi è però una differenza importante tra loro: mentre Dante, ghib~llino, esigeva l'indipendenza dell'imperatore dal papa, il mag– giore Barnes è guelfo, e fa quindi dipendere Mussolini da Pio XI. Con lodevole autosacri.fìcio il maggiore Barnes preferisce chiamare questo siste- f . . h' "B . 11 ma asc1smo anz1c e arnes1smo. Temo che, se da un lato il prof. Gentile, quale .filosofo ufficiale del regime fascista, non accetterà mai la teoria guelfa del maggiore Barnes, dall'altro molti onesti cattolici rifiuteranno questa identificazione tra cat– tolicesimo e fascismo. Sta di fatto che l'Osservatore Romano, organo uffi– ciale del Vaticano, il 17 luglio 1927 scriveva: Ma altri teorici del fascismo, ben altrimenti rappresentanti nella interpretazione dottrinale della scuola e del partito, hanno proclamato invece e chiarito come "il con– cetto fascista dello Stato" differisce da quello cattolico per ciò che concerne i rapporti fra gli individui, le famiglie e lo Stato. Secondo il concetto della dottrina cattolica, in– fatti, il bene degli individui e delle famiglie è puro fine dello Stato, e non già mezzo e strumento; in altri termini, nel concetto cattolico, per raggiungere il proprio perfe– zionamento al quale tendono, gli individui formano la famiglia, le famiglie lo Stato; il quale perciò ha per iscopo il bene degli individui e delle famiglie, curando il bene comune, nell'ordine fisico, morale, intellettuale. Tale è in particolare la dottrina inse– gnata da Leone XIII nella sua Enciclica Immortale Dei (1 nov. 1885). E basta dir 36S BiblotecaGino Bianco

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