Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

L'Italia dal 1871 al 1915 e la Verdi salpano per il Giappone." Lo stesso articolo, dopo aver dato la notizia di questo fausto viaggio, specificava che tre dei quattro pirosca– fi rimasti alla compagnia, la cui costruzione era costata 240 milioni di li– re italiane (circa 260.000 sterline) erano disarmati in porto. Questi fatti non sembrano suffragare l'opinione dell'avvocato dei ma– rittimi, diffusa dal Villari in Inghilterra tramite l'Observer, che cioè "le condizioni delle compagnie di navigazione sono soddisfacenti." Nelle sue Prospettive economiche, 1923, il prof. Mortara scrive: "L'in– dustria marittima ha risentito in misura piuttosto gravosa le ripercussioni della rivalutazione della lira." Cordialmente. L'Italia dal 1871al 1915 1 Gli uomini che hanno governato l'Italia dopo il 1870, dopo, cioè, l'av– venuta unificazione politica della penisola, si trovarono di fronte a for– midabili difficoltà. Le abitudini createsi in tutta l'Italia durante tre secoli e mezzo di do– minazione straniera e dodici secoli di disgregazione politica dovevano es– sere dimenticate. La grande maggioranza del clero era ostile al nuovo régime. Fuori del Piemonte la popolazione non era abituata alla coscrizio– ne obbligatoria. Era necessario creare un nuovo sistema amministrativo, un nuovo esercito, una nuova educazione, ed imporre nuove tasse per fron– teggiare tali riforme. L'Italia meridionale era molto arretrata rispetto a quella settentrionale. Il paese mancava delle materie prime necessarie al– l'industria e i due terzi del territorio erano improduttivi o depauperati dalla siccità e dalla malaria. I progressi compiuti dall'Italia nel mezzo secolo che seguf la uni– ficazione possono venir valutati in base ai seguenti fatti. Nel 1860 l'Italia aveva una rete ferroviaria di soli 16.000 Km; nel 1922 ne aveva 209.000. I titoli di Stato che nel 1868 erano quotati circa la metà del loro valore nominale, ebbero spesso, tra il 1901 e il ·1911, quotazioni superiori alla pari e, nel 1906, del 5 per cento. Il Consolidato fu prontamente convertito in rendita al 3 e mezzo per cento. Nel 1871 l'Italia aveva il 72 per cento di analfabeti, percentuale che si ridusse, nel 1921, al 27 per cento. Nel 1 Da "Time and Tide," London, 16 marzo 1928. Recensione a B. CROCE, Storia d'Italia dal 1871 al 1915, Bari, 1928. [N.d.C.] 357 BiblotecaGino Bianco

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