Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo 1880 il giornale a piu alta tiratura vendeva soltanto 25.000 copie al giorno, nel 1922 la piu alta tiratura era di 500.000 copie. Tra il 1870 e il 1880, soltanto 250.000 votanti parteciparono alle elezioni politiche; nel 1921, 6.700.000 maschi adulti, cioè il 58,4 per cento, votarono alle elezioni po– litiche. Nel 1866, durante la guerra contro l'Austria, una schermaglia in cui gli italiani persero solo 800 uomini venne considerata come un irrepa– rabile disastro. Durante la guerra mondiale, il popolo italiano perse in battaglia mezzo milione di uomini, eppure mantenne le sue posizioni, fi– no a tanto che l'impero austriaco non fu smembrato. Se si pensa al punto di partenza, non vi è paese in Europa che abbia compiuto in cosf breve tempo altrettanti progressi economici, politici ed intellettuali. Benedetto Croce, il filosofo di fama mondiale, ha narrato la storia di quel mezzo secolo in un preciso e ben strutturato volume, pieno di sen– so pratico. La propaganda fascista sostiene che in Italia non fu fatto nulla fino al 1922. Tutto è cominciato con la marcia su Roma. La colpa di quanto non venne fatto prima del 1922 è delle libere e democratiche istituzioni. Il merito di tutto quel che è stato fatto dal 1922 in poi è delle illiberali ed antidemocratiche istituzioni che il fascismo ha elargito all'Italia. Il po– polo italiano aveva bisogno del manganello fascista per rinsavire. Croce non entra in discussione con i fascisti. Nel libro non sono mai nominati. Egli racconta semplicemente fatti che essi non sanno, oppure volutamente ignorano. Egli narra pacatamente la storia dei tentativi falli– ti e di quelli riusciti, delle speranze che non si realizzarono e dei succes– si imprevisti, delle illusioni, degli errori, dei dispiaceri, dei sacrifici, delle disfatte e delle vittorie di un popolo che, in un paese povero, è aumentato da ventotto a trentotto milioni e, ciononostante, ha costantemente miglio– rato il proprio tenore di vita. In un'opera cos1 complessa vi sono sempre dei punti che si prestano alla discussione. Parlando, per esempio, del periodo 1901-1915 Croce si sofferma sull'impressionante progresso economico che distinse quegli an– ni, ma trascura un altrettanto notevole regresso della vita politica ed un lento ma costante aumento del discredito delle istituzioni parlamentari. Mentre il progresso intellettuale avanzava in molti campi, il Parlamento e la stampa andavano sempre piu cadendo nelle mani di uomini privi di cul– tura politica e di qualità morali. Senza questo fattore il fascismo non avreb– be potuto verificarsi; e le sue origini devono essere cercate nei dieci anni che precedettero la guerra. Il libro di Croce ha ovviamente suscitato l'ira dell'ambiente fascista. Ecco, per esempio, in quali termini il Tevere del 20 gennaio presenta il libro ai suoi lettori: Non esitiamo ad affermare che questo libro costltmsce una cattiva azione. Tutto il lavoro è una polemica contro il fascismo. Non vi si menziona mai il fascismo, e non soltanto perché la storia si arresta al 1915, ma anche a motivo di un certo disprezzo. 358 BiblotecaGino Bianco

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