Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

L'Italia d'ieri e d'oggi a 13.838 milioni di lire e nel marzo 1921 era salita a 21.309 milioni, era scesa alla fine del marzo 1922 a 19.866 milioni e risalita di nuovo a non piu di 20.761 milioni alla fine dell'ottobre 1922. Il dollaro che nel gennaio 1919 valeva lire it. 6,3, saH a 28,5 nel dicembre 1920 e a poco a poco ridir– scese a lire it. 23,9 nell'ottobre 1922. Nel luglio 1922 il ministro del Teso– ro nell'ultimo gabinetto pre-fascista fece la seguente dichiarazione: I piu importanti circoli finanziari del mondo non sono pessimisti circa la nostra situazione finanziaria ed economica. Questo è provato dal fatto che offerte di prestiti ci sono state ripetutamente fatte da importantissime ditte bancarie inglesi ed america– ne. Il governo non ha creduto necessario di accettare queste offerte per non aggravare la nostra bilancia commerciale e perché noi pensiamo che aes alienum aeterna servitus. D'altra parte il governo considera con favore ogni iniziativa intesa a procurare nuovo capitale a imprese private. Un paese che può mostrare questi e altri infiniti consimili indici e fatti non è un paese che non lavora o che sta morendo di fame. Negli anni immediatamente susseguenti alla guerra l'Italia, come ogni paese, sof– ferse di ciò che si potrebbe chiamare nevrastenia post-bellica. Ci furono di– sordini, scioperi, tafferugli, ma non ci fu mai una interruzione nel mec– canismo della vita economica del paese. Verso la fine del 1920 perfino la fase piu acuta di questa nevrastenia post-bellica era passata. Mussolini me– desimo notava nel suo giornale del 10 novembre 1920 che "la situazione interna dell'Italia andava migliorando di giorno in giorno." Ed il 31 di– cembre 1920 egli scriveva: È onesto, però, aggiungere che da tre mesi a questa parte, e precisamente dal "referendum" indetto per la occupazione delle fabbriche e dal ritorno dei missionari andati in Russia, la psicologia della massa operaia italiana si è profondamente modifi– cata. La famosa ondata di svogliatezza e pigrizia appare superata. Le masse operaie sembrano convincersi che il problema fondamentale del momento è un problema di produzione e che nulla si può costruire sopra la miseria universale. Sintomo certissimo di questo stato d'animo delle masse operaie è la relativa facilità con la quale in questi ultimi tempi sono stati raggiunti accordi dopo trattative pacifiche nelle grandi categorie dei tessili e dei chimici. Ed il 2 luglio 1921 egli scriveva: Dire che esiste ancora un pericolo bolscevico m Italia è sostituire, per motivi 10- teressati, paura alla realtà. Il bolscevismo è stato vìnto. La famosa "marcii su Roma" avvenne nell'ottobre 1922, sedici mesi dopo che queste parole erano state scritte. 355 BiblotecaGino Bianco

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