Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo dalle piu variabili vicende dei commerci con l'estero. L'industda elettrica è in via d'espansione, nonostante le gravi difficoltà che hanno arrestato, dopo l'armistizio, l'esten– sione degli impianti. La produzione d'energia è inferiore alla domanda; sotto l'impulso del bisogno si riprendono piu attivamente le opere per il migliore sfruttamento delle acque d'Italia. L'industria edilizia e quelle che la provvedono di materiali da costru– zione vegetano ancora fiaccamente, non essendo del tutto rimosse, benché siano atte– nuate, le difficoltà che le hanno paralizzate negli scorsi anni. Alcuni rami dell'indu– stria meccanica si mantengono vivacemente attivi, o per energia propria - come l'industria dell'automobile - o col sussidio di commesse governative - come quelle che provvedono alla costruzione e ai restauri del materiale ferroviario. Le industrie che piu languono sono quelle che, nate o cresciute durante la guerra, avevano assunto - mercé le eccezionali condizioni di quel periodo, in parte protrattesi nei primi tempi successivi all'armistizio - una fittizia apparenza di rigoglio. Tali alcuni rami delle industrie meccametallurgiche - specialmente della siderurgia, - delle industrie mec– caniche, delle chimiche. Col ritorno a condizioni meno anormali, organi che furono utili o necessari divengono parassitari o superflui, o sproporzionati al bisogno ed alla capacità del corpo che Ii sostiene. Le eliminazioni e le restrizioni di siffatti organi non avvengono senza sofferenze, ma corrispondono ad una necessità ineluttabile e ri– sparmiano maggiori danni; esse si attuano oggi, ma apparivano già fatali dal giorno dell'armistizio ... In complesso, la depressione delle industrie trasformatrici di materie prime appare grave e diffusa anche in Italia, ma ben lontana dal raggiungere l'intensità e l'estensione che ha toccato nei maggiori paesi industriali, come gli Stati Uniti e il Regno Unito. Le condizioni dei mezzi di comunicazione terrestri sono sensibilmente migliorate: il ma– teriale disponibile, se ben utilizzato, può riuscire adeguato al bisogno. La flotta mercan– tile si è accresciuta... Nei porti le cose, senza andar bene, vanno un po' meno peggio. Il disagio di parecchie industrie nazionali ha determinato un'estesa disoccupazione, ag– gravata per il disagio ancor piu profondo delle industrie di altri paesi, che restringe le possibilità d'impiego all'estero per i nostri lavoratori. Benché meno vasta che altrove, la disoccupazione ha assunto tale ampiezza da non poter essere considerata alla leggera. A questo fenomeno sconfortante fa riscontro, nel campo del l?voro, il fatto confortante della maggior continuità e del maggior rendimento delle opere manuali ... Una buona fonte di speranze per l'avvenire economico dell'Italia sta nell'anda– mento degli scambi economici con l'estero ... Nel 1921, mentre l'eccedenza del valore delle importazioni su quello delle esportazioni è scesa a 5 o 6 miliardi, le spese dei forestieri in Italia sono fortemente aumentate, tanto da compensare largamente la ridu– zione avvenuta nel risparmio degli emigrati... I nostri debiti verso l'estero sono forse ancora aumentati nel 1921, ma certamente in misura molto minore che nel 1920. Il 1922 s1 m1zia, per quanto riguarda gli scambi con l'estero, con buone promesse. Occorrerà forse nei primi mesi dell'anno accrescere alquanto le importazioni di combustibili per supplire al difetto di energia idroelettrica, derivato dall'eccezionale siccità della passata stagione estivo-autunnale; ma il propizio andamento delle industrie agrarie e zootecni– che nel 1921 dispensa da larghe importazioni di cereali e di altre derrate alimentari. Le esportazioni di materie semilavorate e di prodotti finiti si mantengono abbastanza attive, nonostante la depressione dell'economia mondiale, e le esportazioni di frutta e d'ortaggi, attraverso molte difficoltà di collocamento, raggiungono una discreta mole. L'afflusso dei forestieri non accenna a diminuire, anzi sembra aumentare. La caratteristica piu notevole delle condizioni economiche dell'Italia alla vigilia della "marcia su Roma" è da cercarsi nel fatto che durante i precedenti diciotto mesi l'inflazione era stata arrestata, il valore della lira era stato comparativamente stabilizzato e il governo non aveva chiesto prestiti all'estero. La circolazione cartacea che nel gennaio 1919 ammontava 354 BiblotecaGino Bianco

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