Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scri.tti sul fascismo V La lira dispotica e il franco democratico G. B. SHAW A FRIEDRICH ADLER (Manchester Guardian, 13 ottobre 1927) Il 4 marzo scorso voi aveste la bontà di scrivermi una lettera a cui allora non potei rispondere. Ora che mi trovo di nuovo in Italia e ho un po' di tempo libero, non voglio piu lasciarla senza risposta. Il mio articolo sul Daily News fu pubblicato dalla stampa italiana dopo che il sindaco di Milano ne aveva minacciato la soppressione e poi fu energicamente purgato. Se ciò sia vero, non so, perché non ho visto i giornali italiani m cm quell'articolo ap– parve. Ma la cosa non ha importanza. 28 L'articolo era in sostanza una protesta contro il Daily News che parlava con disprezzo di Mussolini, come se fosse possibile sbarazzarsi della intera situazione italiana rappresentando il paese come oppresso dal pugno di un egoista brutale. Io domandavo buon senso e buone maniere nel trattare un uomo di Stato straniero, che aveva instaura– to una dittatura in un grande Stato moderno senza essere assistito da un solo privilegio sociale, ufficiale o accademico, dopo avere marciato su Roma con un seguito di camicie nere che un solo reggimento ben disciplinato agli ordini di un governo competente avrebbe potuto sgominare da un momento all'altro. Dirci che questo successo straordi– nario sia stato ottenuto con l'uccidere un solo deputato ostile, 29 e con il somministrare olio di ricino ai seguaci di quel deputato, è semplicemente infantile. L'obiezione che si presenta immediata allo spirito è questa: "Se è cos1 facile instaurare una dittatura in Italia, perché i comunisti non instaurarono la dittatura del proletariato con gli stessi semplicissimi mezzi?" Essi avevano a loro disposizione al– trettanto olio di ricino quanto ne avevano i fascisti; né essi hanno mai esitato a far uso di fucili e di bombe. 30 Nella vostra lettera parlate di restaurazione della democrazia in Russia e 10 Italia. Francamente, attribuite voi un valore qualsiasi allo statu quo ante in Russia e in Italia? Per quanto io so, l'Italia dopo la guerra si trovava in condizioni non dissimili da quelle in cui Napoleone trovò la Francia sotto il Direttorio, a parole rivoluzionario e popolare, in realtà dottrinario e incompetente e corrotto, non poteva governare. Napo– leone rovesciò il Direttorio, mise a capo dei ministeri gli uomini piu capaci che poté trovare; codificò e adattò ai tempi le leggi; stabilizzò la moneta; disciplinò i servizi pubblici; obbligò la stampa ad appoggiarlo; e, incidentalmente, fece rapire su territorio estero il borbonico duca di Enghien e lo fece uccidere. I cittadini francesi nell'insieme ne ricavarono tali vantaggi che avrebbero concesso a Napoleone di fucilare non uno ma cinquanta duchi borbonici e sopprimere un centinaio di giornali antinapoleonici. 31 I 28 Shaw non sapeva che il "sindaco di Milano" non poteva minacciare la soppressione dell'articolo né poteva imporre che fosse energicamente purgato. Questo era ufficio del governo di Roma. Shaw si dichiarò soddisfatto quando fu informato delle purghe, a cui questa sua lettera e la lettera successiva erano state assoggettate. Amando l'olio di ricino, non doveva sen– tirsi offeso se i suoi scritti erano purgati. 29 È chiaro che Shaw credeva che Matteotti fosse stato ucciso non nel giugno 1924, ma prima o durante la marcia su Roma, e che Mussolini doveva il suo trionfo a quella ucci– sione. 30 I comunisti italiani, nel 1919-1922, erano una infima minoranza. Non si può fare il comunismo senza un sufficiente numero di comunisti, come non si può fare lo stufatino di lepre senza lepre. 31 In un immenso cataclisma come la Rivoluzione francese, le cose non potevano pro– cedere come le ruotine di un orologio, e non era possibile distruggere un mondo e crearne un altro senza un lungo processo di tentativi e di errori. Shaw non vide nella nascita di quel 324 BiblotecaGino Bianco

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