Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo flitto con il capitalismo, e non è certo affar mio né di un socialista indebolirlo in previsione di questo conflitto. Quanto a continuare a mostrargli la lingua come fece l'aristocrazia inglese con George Washington anche dopo che fu costretta a riconoscerlo quale presidente degli Stati Uniti d'America, a che cosa servirebbe? Fin a quando egli potrà dire "J'y suis et j'y reste" e il popolo italiano dirà "cos1 sia; viva il duce!" noi dobbiamo accettare la situazione; e faremo bene ad accettarla di buona grazia. Lo ripeto: noi avemmo l'occasione di sfidarlo nella questione di Corfu; avemmo paura e cosf ammettemmo che dobbiamo accettarlo. Poiché non gli è riuscito di trattenere in patria i suoi nemici, penso che farebbe bene a essere piu generoso di passaporti con i suoi amici. 24 Gli emigrati italiani, che si sono rifugiati a Parigi ed a Londra non trovano ostacoli quando rappresentano l'Italia oppressa sotto una intollerabile tirannia. La sola tirannia, che io ho trovata in Italia, è quella che la nostra stampa capitalista denunzia come una delle caratteristiche del so– cialismo.25 Di fronte a questa tirannia io non ardo d'indignazione come i liberali. Ma questo non è il punto che importa. Quel che importa fu ed è che la campagna di stampa contro la dittatura di Mussolini è altrettanto stupida quanto quella contro la dittatura dei Soviet in Russia. Mi dispiace che i miei compagni socialisti in Italia siano stati assolutamente incapaci di prendere il governo dopo la guerra e odio le brutalità che accompagnano l'avvento del fascismo al potere. Ma non sprecherò energie, né comprometterò la mia fama d'uomo di buon senso rifiutandomi di accettare il fatto compiuto. Se facessi cosf, perderei il diritto di criticare il regime di Mussolini, il che io sono pronto a ·fare ogni qualvolta mi sembri utile. Spero di avere spiegato chiaramente la mia posizione. organizzazioni a spirito militare. Quando doveva darla a bere a uomini come Shaw, la pro– paganda fascista vantava Mussolini come l'uomo che preparava in Italia un nuovo regime eco– nomico simile a quello della Russia Sovietica. 24 La legge fascista del novembre 1926 creò in Italia un nuovo delitto: quello di "espa– trio non autorizzato." Chi commetteva questo delitto poteva essere fucilato dalla milizia confi– naria, se sorpreso nell'atto di attraversare la frontiera; qualora non fosse stato ucciso sul posto, era condannato a un massimo di sei anni di prigione e multa illimitata, cioè anche alla con– fisca totale dei beni, se vi fosse stata fagione politica per l'espatrio, o con pena minore se man– cava questa causa. Di coloro che riescivano a rifugiarsi all'estero, i piu si arrestavano in Sviz– zera o in Francia. Pochissimi trovarono ospitalità in Inghilterra. Tra questi alcuni resistevano all'alluvione della propaganda fascista. Shaw probabilmente non sapeva nulla della legge fascista, ma sapeva benissimo che Mussolini avrebbe fatto bene a tenere ingabbiati in Italia tutti i suoi oppositori. Perciò si doleva che alcuni fossero riesciti a rifugiarsi all'estero. Per rimediare a questo inconveniente, consigliava Mussolini ad aumentare la alluvione della propaganda fascista all'estero. 25 Shaw era convinto che Mussolini stava creando in Italia una struttura economica socia– lista e che i capitalisti italiani ne erano desolati. Molto meglio informati di lui, erano i ban– chieri britannici e americani. Nel gennaio del 1926, durante una colazione all'Hotel Astor di New York, il banchiere Otto Kahn cantò le lodi dell'uomo miracolo: "È un realista patriottico. Non è un dittatore nel senso generalmente usato dalla parola. Essendo, come dichiaro liberamente di essere, un adoratore della grandezza in tutte le sue manifestazioni, m'inchino davanti la figura solitaria che ne è l'espressione." Il signor Lamont, uno dei soci della banca Morgan, segu{ parlando sullo stesso tono. Nel gennaio 1927 Churchill annunziò al mondo che se fosse stato italiano, avrebbe indossato la camicia nera. Il signor Philip Dawson, membro del Parlamento britannico, interessato nell'industria dell'acciaio, aveva le sue buone ragioni quando scrisse allo "Spectator," 1'8 ottobre 1927, che l'Italia di Mussolini era "il paese meglio governato di tutto l'universo." Con tutto questo, G. B. Sbaw era convinto che Mussolini in Italia seguiva le orme di Lenin e di Stalin, e che la stampa capitalista denunciava la tirannia fascista come una delle caratteristiche del socialismo. 322 BiblotecaGino Bianco

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