Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui In queste condizioni non mi è piu possibile andare via. Né posso piu dare ai professori la responsabilità di una opinione che rifiutano; né posso dire che non mi è piu lecito ritirare una domanda che non è stata presentata. Se me ne andassi via, nessuno vedrebbe nella mia partenza lo sdegno, il di– sgusto, lo scoraggiamento, la disperazione, la volontà di rimanere fuori di questa. palude disgustosa a cui è ridotta la politica italiana. Tutti crede– rebbero, o avrebbero pretesto di poter credere, che me ne vado all'estero per paura o per posa. Questo mi diceva ieri Jahier. E che debba aver ragione, l'ho sentito dalla gioia di tutti gli alunni, che mi vogliono bene. Dunque eccomi imbottigliato I Colleghi che mi hanno detto che dovevo rimanere: Pasquali che mi ha scritto; Vitelli, che in una seconda lettera modifica la prima; Schiaparelli; Pistelli. Con questi ebbi una conversazione ieri mattina. Mi disse che era stato del parere che facevo bene a domandare l'aspettativa due settimane or sono; ma oggi gli farebbe cattiva impressione che io me ne andassi via. Pistelli ieri mi diceva che D'Annunzio oggi è privo d'influenza; Mus– solini l'ha nelle mani per le indelicatezze finanziarie di cui sono rimaste le prove. Che Mussolini debba liquidare D'Annunzio? O che si liquidino in– sieme? Anche Rossi senti a Roma che Mussolini ha le prove che D'Annunzio si è mangiato una parte dei quattrini della Garibaldi. Ottimo articolo oggi sulla Stampa intorno alle due ultime sedute pa~– lamentari. Il Corriere dà notizia che il governo stanzia 200 milioni in costruzioni navali militari, distribuiti fra i cantieri del Tirreno e i cantieri dell'Adriatico. (La notizia è smentita.) I militari presentano il conto: revisione degli sti– pendi agli ufficiali, e costruzioni navali. Cos1 si sistema il bilancio. La Giustizia pubblica due documenti ... umani. Una lettera, in cui Mo– digliani spiega che egli avrebbe desiderato le dimissioni di molti deputati di ogni parte politica. Egli domandò a Giolitti se avrebbe aderito alla ma– nifestazione dopo che Mussolini li aveva cos1 insolentemente maltrattati I Ma perché aspettare che si dimettesse Giolitti? Perché non dimettersi senz'altro? "Sentii parlare del proposito di dimettersi in massa; e poiché di ciò si era anche discusso in gruppo, chiesi ad alcuni uomini piu rappresentativi che cosa ne pensassero. Essi si dichiararono favorevoli. E poiché mentre ne par– lavamo, passava l'on. Giolitti, lo interpellammo per sapere se avrebbe aderito anch'egli alla manifestazione. Fùmmo degl'ingenui." No, no, foste dei vili. Su certe materie di dignità, si agisce anche soli, senza interrogare nessuno, subito; su due piedi. "E perché," si potrebbe domandare, "i socia– listi non dettero essi l'esempio di dimettersi in massa? perché un simile gesto politico compiuto da un solo partito sarebbe stato facilmente, se pur falsamente, interpretato come una mossa partigiana di ben scarso significato 7 Bibloteca·Gino Bianco

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