Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo milioni per i disoccupati cioè, non tutti i disoccupati, ma i soli disoccupati delle sezioni piu forti della Confederazione: metallurgici, edili, cooperatori emiliani, tutta la Confederazione si getta ai suoi piedi. Questa è la realtà spaventosa. Sarebbe infantile dissimularla. Conclusione personale per me: silenzio assoluto in politica. Non c'è po-– sto per me nella politica italiana. Se sono uomo di carattere, debbo riuscire a vincere tutti gl'impulsi che mi trascineranno continuamente a fare della politica. Ma vincerò il mio temperamento? 20 novembre Il 1° novembre scrissi da Parigi al segretario della Facoltà che avevo l'in– tenzione di chiedere sette mesi di aspettativa senza stipendio, e lo pregavo di darne informazione al Preside perché la Facoltà provvedesse. Ma due giorni dopo pensai che non avevo il diritto di decidere da me il mio atteg– giamento di fronte alla scuola a cui appartengo: dovevano i professori della Facoltà deliberare se io dovevo o no riprendere le lezioni o chiedere l'aspet– tativa nell'interesse della scuola. Perciò scrissi a Ernesto Rossi di andare a parlare con Vitelli, pregandolo di consultare gli altri professori e consigliar– mi: se Vitelli era del parere che dovessi riprendere le lezioni, Rossi mi telegrafasse venite, e sarei subito partito; se Vitelli pensava utile che io pren– dessi l'aspettativa, Rossi scrivesse a Zanotti Bianco che presentasse la doman– da d'aspettativa. Nello stesso tempo mandavo a Zanotti un foglio di carta bollata in bianco, in cui avrebbe dovuto scrivere la formula della domanda. Quando Rossi andò a parlare col Vitelli, trovò che i professori, informati dal segretario della mia intenzione, erano stati tutti concordi nel ritenere op– portuno che io chiedessi l'aspettativa: erano inquieti contro di me, perché in Inghilterra avevo fatto propaganda e scritto articoli per la... Jugoslavia contro l'Italia. Questo mi scrisse Rossi il 6 novembre. E il giorno dopo la let– tera del Rossi mi perveniva· una lettera di Vitelli, che mi confermava la opi– nione favorevole all'aspettativa, e mi manifestava la sua indignazione per i miei sentimenti "antinazionali." Nello stesso tempo Zanotti mi scriveva e mi telegrafava che non presentava la domanda di aspettativa; e io a scrivere e telegrafare che la presentasse. Il 14 novembre, ripensando a quanto mi accadeva, mi convinsi che, sistemata la mia posizione legale col Ministero e la Facoltà, mi rimaneva da sistemare la mia posizione morale di fronte agli alunni e ai malevoli. Era necessario che tornassi per un paio di settimane in Italia, a fare gli esami, e a farmi rompere eventualmente la faccia da chi ne avesse voglia. Cosf gli alunni non sarebbero stati danneggiati negli esami, e nessuno avrebbe po– tuto accusarmi di essere rimasto all'estero per viltà. Arrivai qui venerdf mattina, 17 novembre. E qui ho trovato: 1° che la mia domanda non era stata presentata da Zanotti; 2° che i professori qui avevano cambiato tutti idea. 6 BiblotecaGino Bianco

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