Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Debiti esteri e responsabi'lità interne privilegio di rendersi ridicolo con atteggiamenti da dominatore che sareb– bero permessi a pena a pena al presidente degli Stati Uniti." Dopo questa conversazione, io abbandonai il proposito con cui ero ar– rivato negli Stati Uniti, di annunziare che un giorno o l'altro noi avrem– mo rifiutato i debiti. Mi limitai a ripetere in pubblico e in privato che i banchieri ingannano i risparmiatori americani, quando li inducono a pre– star il loro denaro ad una dittatura che è avversa alla maggioranza del po– polo italiano, e la cui malsana politica economica e finanziaria si rivelerà ben presto rovinosa. Io riproduco gli argomenti del mio amico americano perché essi non sono stati in alcun modo scorsi dagli articoli pubblicati in Libertà su que– sto argomento. Il comitato della Concentrazione farà bene ad esaminare in questa materia il pro e il contro, prima di assumere una responsabilità. Questo non significa che io ritenga che non ci sia nulla da fare su que– sto terreno. Ritengo, anzi, che su questo terreno occorrerebbe al piu presto prendere posizione e passare all'attacco. C'è nella teoria di chi propone il rifiuto dei debiti, un principio fon– damentale che non si deve abbandonare. Il popolo italiano non deve pagare i debiti fatti dalla dittatura fascista. Da questo principio non sarebbe utile, secondo il mio amico americano e secondo me, dedurre il principio che i debiti non debbono essere pagati. Bisogna dedurre un altro principio: i de– biti debbono essere pagati dai responsabili della dittatura e non dal popolo. Chi sono i responsabili della dittatura? Sono, salvo errori ed omissioni, le seguenti categorie di persone: a) il re; b) i ministri e sottosegretari, che sono stati in ufficio dal gennaio 1925 in poi; d) i direttori, redattori, amministratori e proprietari di giornali quotidiani che si pubblicano in Italia dal novembre 1926 in poi; e) i pre– fetti e i questori che esercitano l'ufficio dal novembre 1926 in poi; f) gli ufficiali della milizia; g) i podestà ai Comuni; h) tutti coloro che hanno coperto uffici stipendiati od onorari nell'organizzazione politica e sindacale fascista, specialmente magistrati e generali che hanno comunque tradito i doveri del loro ufficio per rendersi complici dei fascisti; i) tutti gli alti di– gnitari del clero, che hanno fatto pubblicamente attestazioni in favore del fascismo dopo il novembre 1926. Per pagare i debiti esteri ed interni fatti dalla dittatura fascista, i beni di tutte queste persone debbono essere confiscati. A me pare che una dichiarazione di questo genere sarebbe preferibile sotto tutti i punti di vista a quella del rifiuto dei debiti. 307 BiblotecaGino Bianco

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