Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo sta significava esporsi alla prigione e fors'anche alla morte. Egli insegnava economia politica alla Scuola di Scienze economiche di Genova; nel 1926 abbandonò questa molto comoda posizione per fondare un settimanale di coltura socialista, che fu soppresso qualche mese dopo dal governo fa– scista. La sua casa di Firenze fu saccheggiata il 15 luglio 1926 dai fascisti, con un danno di 150 mila lire. Il prof. Ferruccio Parri non fu mai socialista. Egli era un liberale. Prima della guerra, insegnava nelle Scuole secondarie. Dopo la guerra en– trò nella redazione del Corriere della Sera, dove lavorò fino al novembre 1925, allorché il senatore Albertini fu costretto ad abbandonare la direzione per cederla ai fascisti. Chiamato sotto le armi al principio della guerra come sottotenente, venne promosso, per meriti di guerra, capitano e maggiore, e adibito ai servizi piu audaci e rischiosi. Decorato di 4 medaglie d'argento al valore militare, per avere dato esempi di eroismo qualificati "ammirabili" dal comando supremo, ottenne la croce al merito di guerra e la croce di guer– ra francese; venne portato all'ordine del giorno dal generale Nivelle, co– mandante in capo dell'esercito francese del Nord-Est. Arrestati come complici di Turati, che si era espatriato irregolarmen– te, Rosselli e Parri avevano diritto, secondo la procedura italiana, alla li– bertà provvisoria. Infatti il giudice ordinò la loro scarcerazione. È perciò che... ammanettati come malfattori, vennero internati nell'isola di Ustica, onde poi furono tradotti a Savona per il processo. Mentre Rosselli era ad Ustica, la sua giovane sposa, una inglese, partoriva il suo primo bambino. Consentitemi, signore, di abusare della vostra ospitalità. Io debbo pre– garvi di pubblicare le due dichiarazioni che questi due uomini eroici han– no fatto davanti al giudice istruttore, per... "scusarsi," del loro delitto. Questi documenti circolano in Italia clandestinamente, e arrivarono in mie mani uno di questi ultimi giorni. (Seguono le lettere che il Nuovo Mondo ha pubblicato nei numeri scorsi. N.d.R.) Consentitemi di aggiungere un altro particolare. Lo scorso maggio, il signor Mussolini ha tenuto alla Camera dei deputati un discorso, nel quale, gittando ingenerosamente del fango sulle proprie vittime, pretende– va che parecchi di cotesti internati avessero sconfessato il loro passato poli– tico, raccomandandosi alla pietà del dittatore. Rosselli, Parri e un altro eroico giovine, Riccardo Bauer, tutti internati ad Ustica, inviarono al duce una lettera, dichiarandogli che, se per avven– tura vi fosse veramente qualcuno che si fosse pentito del proprio passato po– litico, essi non se ne pentivano affatto; e, quando anche fossero stati amni– stiati, avrebbero ricusato l'amnistia; perché erano piuttosto il "duce" e i suoi accoliti che dovevano domandare l'amnistia al popolo italiano. Un paese che produce uomini siffatti, "non può" perire. Un regime 304 BiblotecaGino Bianco

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