Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

L'opera degli emigrati solo allora il Congresso riuscirà opportuno, quando sarà preparato con le necessarie garanzie di serietà e di lealtà. Ed eccomi a ripetere ancora una volta le idee che esposi alcune setti– mane or sono in ubertà. Bisogna che il comitato della Concentrazione au– torizzi Libertà a lasciare disponibile una parte del suo spazio per le libe– re discussioni di cui io parlo. Vi sono problemi vitali che nessuno ha il di– ritto di considerare risoluti sol perché lui è convinto che si devono risol– vere in un dato modo. Cito quattro esempi: 1) Quando la Concentrazione fu costituita, i comunisti furono in– vitati a farne parte. Io sono convinto che quell'invito fu un errore ed è sintomo di un orientamento di pensiero assai pericoloso. Forse ho ragione. Forse _ho torto. Discutiamo. 2) I popolari non fan parte della Concentrazione. Perché non ne fanno parte? Non furono invitati? Rifiutarono l'invito? Io sono convinto che nella Concentrazione ci debba essere un posto anche per i popolari a condizione che questi si impegnino a non sbandarsi non appena un artico– lo dell'Osservatore Romano faccia loro capire che il Vaticano non appro– va la loro opera. Forse ho ragione. Forse ho torto. Discutiamo. 3) Quale atteggiamento deve assumere la Concentrazione di fronte alla Casa Savoia, cioè non solo di fronte al padre, ma anche di fronte al figlio? Io sono convinto che quegli antifascisti che continuano a sperare in una soluzione monarchica della crisi, danneggerebbero la Concentrazione e se stessi, se facessero parte della Concentrazione, mentre sarebbero utili a se stessi e alla Concentrazione se si organizzassero in gruppo indipendente. Forse ho ragione. Forse ho torto. Discutiamo. Non spaventiamoci delle discussioni. Spaventiamoci del silenzio im– posto di autorità a chi sente la necessità di discutere. Le discussioni che non potessero avvenire in forma amichevole nell'interno della Concentra– zione strariperebbero in forma astiosa fra chi un bel giorno uscirebbe dal– la Concentrazione e si metterebbe ad assalirla dal di fuori. Certe critiche indecorose contro la Concentrazione debbono essere considerate come il sin– tomo di una malattia, che può invadere anche la Concentrazione e che va curata in tempo. E va curata in un modo solo: lasciando libero campo alla discussione. La testa di Mussolini L'articolo è già lungo. Ma occorre che 1o allunghi ancora un poco. Un giorno io facevo una conferenza in una città degli Stati Uniti. Par– lavo a italiani. Di tanto in tanto, mentre io parlavo, un omone alto due metri, che si era seduto nel centro della sala, stendeva due braccia che èo– pri vano tre teste a destra e tre a sinistra, e grida va: "Vogliamo la testa di Mussolini." Alla fine mi seccai e gli dissi: "Io la testa di Mussolini non 301 BiblotecaGino Bianco

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