Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

L'opera degli emigrat/ I Quel che non dobbiamo fare Che cosa possiamo fare noi, italiani antifascisti, che viviamo fuori d'I– talia? Prima di tutto dobbiamo renderci conto di quel che non dobbiamo fare. Le spedizioni armate Non dobbiamo illuderci di poter orgamzzare spedizioni armate che importino dall'estero in Italia un movimento rivoluzionario. Le ragioni di questa affermazione sono cosi intuitive, che potrei ri– sparmiarmi di spiegarle. Ma ci furono, nella seconda metà e nei primi mesi del 1925, in Francia e in America, molte persone, sincere e coraggiose, che credettero possibile una impresa di quel genere, e perciò dettero i loro no– mi alle "legioni garibaldine." E sembra che, nonostante quell'esperienza, ci siano tuttora persone di buona volontà pronte a ricominciare. Quell'" a– zione" di cui si parla fra i malcontenti di tutti i partiti e fuori partito, quell"' azione" che gli uomini piu autorevoli dell'emigrazione dovrebbero organizzare ed hanno il torto di non organizzare, quell'" azione" è nello spirito dei piu precisamente una spedizione armata, che dovrebbe penetrare in Italia per provocarvi la crisi rivoluzionaria. Una spedizione armata di questo genere dovrebbe essere formata con distaccamenti di alcune centinaia - forse alcune migliaia di persone - che dovrebbero penetrare in Italia da parecchi punti della frontiera terrestre, marittima e... magari aerea. Fra queste persone, sarebbero certamente nu– merose le spie: su dieci emigrati si può essere matematicamente sicuri che uno almeno, fa la spia contro gli altri nove. Dunque il governo italiano conoscerebbe in precedenza il piano d'azione dei diversi distaccamenti. Am– mettiamo che gli organizzatori dell'impresa riescano a procacciarsi le som– me vistosissime con cui fornire ai loro uomini le armi e i trasporti neces– sari e che questi uomini riescano ad avvicinarsi alla frontiera italiana in piena efficienza. Non appena passata la frontiera, essi sarebbero fatti a pezzi da forze assai superiori, che starebbero H comodamente ad aspettarli. Una spedizione armata è un assurdo non solamente tecnico, ma an– che politico. Essa, infatti, non potrebbe essere organizzata che in Francia, 1 Da "La libertà," Parigi, 3, 17 luglio, 14 agosto 1927. [N.d.C.] 290 BiblotecaGino Bianco

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