Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Mussolini, il papa e il re * Se né il clero, né l'esercito, né gli industriali, né i conflitti interni tra fascisti, né l'organizzazione rivoluzionaria possono far sperare in un cam– biamento, dove possiamo cercare l'incidente che capovolgerà il sistema fa– scista? Sono convinto che lo si troverà nella politica estera. Questo è il pun– to debole del regime fascista e sarà la causa della sua rovina. Tutta la propaganda fascista mira a tenere il paese in uno stato di an– sia circa le materie prime, il cui rifornimento può venir sospeso da un momento all'altro, e circa i milioni di uomini che, essa sostiene, non pos– sono piu vivere in Italia; questa propaganda tende, al tempo stesso, a creare uno stato di apocalittica attesa di un qualche grosso colpo con cui Mussolini possa assicurarsi le materie prime e le colonie per tutti quei mi– lioni di uomini. Nadeau, un perspicace giornalista francese, abbastanza favorevole al fascismo, che ha compiuto l'anno scorso un'accurata indagine sulla situa– zione italiana, descrive su L'lllustration del 10 luglio 1926 lo stato di fre– netica esaltazione in cui trovò i fascisti quando partecipò, a Milano, ad una dimostrazione in onore di Mussolini. La folla era trascinata dall'entusiasmo. Intorno a me tutti sembravano attendere dav– vero un miracolo. Pareva fossero in preda ad un'emozione causata dalla piu terribile sof– ferenza e davano l'impressione di essersi riuniti per chiedere che fosse fatta giustizia so– lenne. Piu eccitati di tutti erano i ragazzi tra i quindici e i sedici anni. Tutt'a un tratto, tra scoppi di musica e circondato di luci elettriche, al balcone del terzo piano, maestoso come un dio dell'antichità, comparve Mussolini. Un gran grido proruppe allora dal basso. Si sarebbe detto che un popolo annientato, oppresso e reso folle dall'ingiustizia, avesse scorto il suo salvatore, la cui presenza era sicuro pegno di prossima liberazione. Era evidente che nella mente della gioventu H adunata, un vasto piano nazionale attendeva l'attuazione. Con questi mezzi vengono incoraggiati sogni di grandezza in questi ar– denti spiriti, che vedono in Mussolini l'uomo che li realizzerà quanto prima. Nel dicembre del 1925 Federzoni scriveva su Rassegna Italiana: "Vor– remmo essere amati, ma preferiamo essere invidiati e temuti." La mentalità fascista è uno strano miscuglio di megalomania e di ma– nia di persecuzione. Da una parte i fascisti sono convinti che tutti i vicini minaccino l'Italia; dall'altra minacciano continuamente i vicini per evità– re che questi minaccino l'Italia. Da una parte si arrabbiano perché l'Italia non possiede le materie prime e deve subire il controllo della Gran Bre– tagna, padrona, a Gibilterra e a Suez, delle porte del Mediterraneo; dal– l'altra, minacciano di fare la guerra per impossessarsi dei territori ricchi di materie prime e per sfondare quelle porte. Ma come possono far la guerra senza le materie prime? Come possono sfondare quelle porte, se l'impero britannico è piu forte del fascismo? Ora aspirano ad innalzare la nazione italiana alla potenza ed alla gloria, ora sostengono che un paese 281 BiblotecaGino Bianco

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