Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Mussolini, il papa e il re metodi dei fascisti italiani, celando con tatto la critica sotto abbondanti lodi personali a Mussolini. Se la massa del basso clero non fosse tenacemente antifascista, il filofascismo di Pio XI sarebbe piu aperto e deciso. Ma, onde non scandalizzare troppo brutalmente i sentimenti dei suoi parroci, pur agendo sempre, nei momenti decisivi, in favore della politica fascista, egli è costretto a dissimulare il suo filofascismo con riserve formali. Con una guida spirituale del genere, è vano sogno aspettarsi che il clero prenda l'iniziativa nella lotta contro il fascismo. Fino a quando il partito fascista resterà al potere, i parroci si terranno, nelle loro chiese, alla larga dalla politica, e sotto il rigido controllo del Vaticano. Soltanto dopo la cadu– ta del fascismo, i parroci usciranno liberamente dalle chiese e tenteranno di raccogliere i contadini intorno alla Chiesa e di sottrarli all'influenza del so– cialismo. Nessuna autorità ecclesiastica li ammonirà allora che "Il regno dei cieli non è di questa terra." I parroci agiranno certamente in buona fede, ma il futuro dirà se i contadini saranno tanto ingenui da dimenticare, con l'antifascismo dei parroci, il fascismo del papa. * Per quanto riguarda l'esercito, anche qui si trova la stessa porzione di fascisti e di antifascisti, come in tutto il resto della popolazione. I soldati semplici, quasi tutti contadini o operai, sono formalmente antifascisti. I giovani ufficiali, attivamente simpatizzanti col fascismo dal 1919 al 1922, so– no diventati in complesso antifascisti fra il 1923 e il 1924, indignati della pretesa degli ufficiali della milizia - avventurieri dalla fedina spesso mac– chiata di orrendi delitti - diretta ad ottenere un trattamento pari a quello degli ufficiali dell'esercito regolare. Dopo il delitto Matteotti, le alte autorità militari profittarono delle difficoltà in cui si trovava Mussolini per costrin– gerlo a ripulire la milizia dei suoi piu discreditati ufficiali e a riservare i gradi piu importanti ad ufficiali dell'esercito regolare a riposo. Questa vit– toria dell'esercito regolare su quello irregolare provocò gran malcontento nelle file della milizia e del partito. Molti sperano che il ritorno della milizia ai suoi originali metodi di aperta violenza aggravi l'antagonismo tra milizia ed esercito. Ma, anche se è molto probabile che l'ira dei giovani ufficiali dell'esercito contro gli uffi– ciali della milizia bolla ancora sotto sotto, non ritengo che essa possa conse– guire risultati notevoli. I giovani ufficiali ubbidiranno sempre, com'è giusto, ai loro superiori. Ma gli ufficiali superiori sono quasi tutti filofascisti. Otten– gono da Mussolini tutto quel che vogliono. Le spese militari, assolutamente incontrollate, sono in costante aumento; gli stipendi e le indennità hanno raggiunto cifre in cui nessun militare potrebbe sperare sotto qualsiasi re– gime; sulla milizia, guardia armata della rivoluzione, si riversa l'odio per tutte le repressioni legali e per la violenza illegale, mentre l'esercito ha il beau role di tenersi au dessus de la melé, grazie alla teoria ufficiale che esso 279 11 • E .ecaGino Bianco

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