Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Mussolini, il papa e il re avrebbe potuto adattarsi nessun paese del mondo. Oppressi dalla milizia fascista, sopporterebbero in silenzio le privazioni economiche fino al gior– no in cui un violento stimolo di origine emotiva, come quello del delitto Matteotti, li facesse insorgere come un sol uomo. Allora essi potranno pas– sare, senza transizione, dalla loro inerte passività alla violenta rivolta. È anche vano sperare che gli industriali, i banchieri e i grandi profit– tatori si stanchino di essere ricattati dai fascisti e che, esasperati dalle misure economiche contrarie ai loro interessi, si ribellino contro la dittatura. Non solo la milizia armata, ma anche l'apparato sindacale può diventare in mano dei fascisti un'arma formidabile contro i datori di lavoro. Una volta datisi al diavolo, i datori di lavoro non possono piu liberarsene. I loro mer– cenari sono diventati i loro padroni. Cercheranno piuttosto, dietro le quinte, di prendere con la destra quel che hanno perduto con la sinistra e cerche– ranno, naturalmente, di prenderselo con l'interesse. Certamente il latente malcontento dei datori di lavoro può contribuire ad intensificare quello stato di insicurezza, di sospetto e di instabilità del partito fascista che un bel giorno lo condurrà alla definitiva follia e alla rovina. Molti, in Italia e all'estero, credono che il popolo italiano troverà una soluzione attraverso l'aiuto del clero cattolico e dell'esercito. Oltre la milizia e i sindacati, queste sono oggi in Italia le uniche forze organizzate; ed è certo che, se il clero e l'esercito si rivoltassero contro Mussolini e i suoi seguaci, ne seguirebbe l'immediata fine del partito fascista. Ogniqualvolta i fascisti hanno incontrato la resistenza dei carabinieri, se la sono data a gam– be, vedendo che i loro avversari non intendevano scherzare. Se domani l'e– sercito si ponesse alla testa dell'offensiva antifascista, non ci sarebbe bisogno di una lotta lunga e sanguinosa: l'arresto di un centinaio di ufficiali supe– riori della milizia basterebbe a sistemare la questione. Non solo la milizia si dissolverebbe, ma molti militi si rivelerebbero feroci antifascisti e sareb– be piu dura fatica controllare questi antifascisti della tredicesima ora che non combattere i fascisti fedeli alla loro opinione. Se contemporaneamente il clero desse ai contadini, nelle campagne, l'ordine di insorgere, pochissimi fascisti sfuggirebbero all'immediato massacro. Nelle città, gli operai, oggi forzatamente raggruppati nelle unioni fasciste, dovrebbero soltanto nomi• nare dei capi in cui credere, e le unioni diventerebbero immediatamente centri di riorganizzazione delle masse lavoratrici. Ma io non credo che il clero e l'esercito possano mai prendere l'inizia– tiva di una sommossa contro il partito fascista e contro la milizia. L'argomento dei rapporti tra Chiesa cattolica e fascismo non è tale da potersi adeguatamente trattare in poche pagine. Soltanto un'ampia e docu– mentata analisi e lo studio dei precedenti storici potrebbero chiarire l'at– tuale politica di Pio XI. Per il momento devo limitarmi a spiegare perché~ come ho affermato, non vi sia speranza che il clero si ponga a capo di una sommossa antifascista. Innanzi tutto la dottrina ufficiale della Chiesa cattolica non consente 277 ·siblotecaGino Bianco

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