Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

L'Italia sotto il fascismo situazione. Egli scrisse una lettera a Malagodi, il direttore di La Tribuna, della quale questa è una parte: "Mentre il pericolo del paese è la marcia verso il fallimento, nessuno sembra cu– rarsene. È necessario un gabinetto forte e consisterà, sfortunatamente, di uomini che sono completamente antipatici l'uno all'altro. Se saranno uomini forti, useranno la propria forza per lottare fra di loro." Ora, questa è la dichiarazione di Giolitti fatta il 26 giugno 1922. Lo sciopero gene– rale nel nord d'Italia avvenne nella metà di luglio 1922; lo sciopero generale in tutta l'Italia avvenne il 1° e 2 agosto 1922. Circa le finanze il prof. Salvemini espresse la sua opinione. Altri uomini in Ame– rica hanno espresso pure la loro opinione. V'è una banca in bassa città che ha ottimi ra– gionieri e che fece un prestito all'Italia di $ 100.000.000. Mi riferisco a J. P. Morgan & Co. V'è un altro uomo, il piu grande Segretario del Tesoro che l'America abbia mai avu– to, Mr. Mellon, il quale esaminò il bilancio italiano, e per il sacrifizio che l'Italia aveva fatto e per il tremendo progresso finanziario del bilancio d'Italia, egli diede all'Italia, al– l'Italia fascista, condizioni per il regolamento dei debiti verso questo paese per le quali l'Italia sarà sempre grata all'America. Parliamo delle ferrovie. Le statistiche non sono il mio forte: ma credo che vi fosse di deficit 1.300.000.000 oppure 1.700.000.000 di lire prima che il governo fascista salisse al potere. Oggi v'è un profitto di 300.000.000 nell'amministrazione delle ferrovie italia– ne. Lo stesso è vero del servizio postai-telegrafico. Il prof. Salvemini ha parlato dei martiri anti-fascisti. Noi non parliamo mai dei no– stri morti perché crediamo che vivano ancora fra di noi. Ma per ogni anti-fascista ch'è stato assassinato, abbiamo cinque fascisti che sono stati uccisi dagli anti-fascisti. Eccovi un libro che potrete comprare. Si chiama Pagine eroiche del fascismo e porta le fotografie di tutti i fascisti che sono stati uccisi. Queste non sono statistiche; sono fatti. A riguardo della guerra vittoriosa, il prof. Salvemini ed i suoi amici ci rammentano dell'Italia che abbiamo conosciuta nella nostra giovinezza, l'Italia di Caporetto. Il profes– sore non ha diritto di parlare della vittoria di Vittorio Veneto. È per il tradimento del– l'Italia di lui stesso e dei suoi amici che con una guerra vittoriosa, l'Italia fu obbligata ad accettare una pace disastrosa. L'Italia fascista sta realizzando i sogni della nostra gioventu. Noi vogliamo dimen– ticare il passato dell'Italia e gli uomini del passato per rammentar solo che il passato non deve mai piu ritornare. SALVEMINI: Signore e Signori. Se prendete quel libro e contate i nomi troverete che vanno fino alla fine di ottobre 1922. Non dico dopo perché la lista non è completa e non sarebbe giusto di prendere in considerazione quèsta sezione del libro. Se prendete quel libro troverete che il numero di fascisti uccisi dagli antifascisti è 350. Se prendete il numero degli antifa– scisti uccisi dai fascisti, troverete ch'è il doppio dei morti fascisti. Se il conte di Revel è capace di provare che io ho torto su questo punto, m'im– pegno di andarmene dagli Stati Uniti sull'istante. Devo aggiungere altro. Tutti gli uccisori dei fascisti sono stati proces– sati e condannati a pene severe. Ma quando gli antifascisti sono uccisi, gli assassini usualmente rimangono persone ignote e quando sono processati sono assolti, e se sono condannati, vengono perdonati. Un assassino, se– condo me, è sempre assassino, che sia fascista o antifascista. Questo è un punto che il conte di Revel trovò conveniente di dimenticare. Per quanto riguarda la mia responsabilità durante la guerra, m1 pren- 267 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=