Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

L'Italia sotto il fascismo co. L'Italia oggi è come il Belgio durante la guerra sotto l'esercito tedesco. Questa è la realtà. Se volete conoscere il grande entusiasmo del popolo italiano per il go– verno fascista, sentite questa. Fino al 1925 v'erano delle commissioni inter– ne nelle fabbriche. In tutte le elezioni per queste commissioni nessun fasci– sta veniva mai eletto. La grande maggioranza dei votanti era sempre contro i candidati fascisti. Queste elezioni di fabbrica erano cosi disastrose per il potere fascista che il governo fascista le soppresse per legge, e quest'anno non posso darvi i fatti perché non vi sono piu elezioni nelle fabbriche come c'erano prima. Se i lavoratori erano d'accordo col governo, che bisogno c'era di sopprimere queste elezioni? Non v'è bisogno che v'intrattenga an– cora. Anche in questo caso voglio risparmiarvi alcuni minuti. PRESIDENTE:A momenti veniamo alle domande, ma il prof. Roselli dice che gli piacerebbe di parlare per un minuto e credo che intenda di dire un minuto adesso. RosELLI: Non è mio desiderio, sig. Presidente, di discutere le risposte datemi dal– l'altro lato in modo troppo pungente o personale. Quindi, domando la parola solo per fatto personale, usando l'espressione della Camera dei Deputati italiana che fu o che è. Il fatto è che io non dissi né lasciai intendere che gl'italiani sono cos1 incontrolla– bilmente felici sotto il presente regime. Non ho usato questa parola e non mi piace che mi si falsifichi. Le forti medicine sono accettate con piu equanimità che gioia. L'in– tero adattamento del fascismo all'Italia, la stessa disciplina del fascismo è un esperimento cos1 inusitato nelle relazioni fra popolo e Stato che ci vorrebbe molto piu del minuto a mia disposizione per portare davanti a voi l'intera nuova idea dell'individuo che vive per lo Stato invece dello Stato vivere per l'individuo, ch'è il fulcro della teoria fascista. PRESIDENTE: È venuto il momento delle domande. MR.s. NATHAN:I giornali dicevano stamattina che nell'avvenire non vi saranno in– segnanti in Italia che non siano d'accordo col fascismo. Questo era il senso dell'articolo. Vorrei domandare al prof. Roselli se crede che ciò sia buono per alcun governo. Cert;i– mente noi che abbiamo una forma democratica di governo non possiamo approvarlo, ma desidero chiedere al prof. Roselli s'egli crede che sarà un bene anche per l'Italia. PRESIDENTE:Secondo questo dispaccio v'è un'altra clausola che se uno appartiene ad un partito politico pericoloso per lo Stato può essere rimosso. RosELLI: Signora, posso dirle solo che non posso essere tenuto responsabile per le misure estreme del fascismo dacché non accetto senza riserbo nemmeno le sue applicazioni piu miti. Questo, se riportato giusto, è uno dei tanti capitoli della disciplina fascista che può spiegarsi solamente per mezzo di ciò che esisteva prima. Le università, per men– zionare solo un tipo d'istituzioni educative, erano in Italia tutte università statali. Mi piacerebbe domandarvi quante università statali, come le intendiamo in America, permet– terebbero mai ai loro professori, che ricevono il denaro dallo Stato ogni 27 del mese, di rimanere se parlassero continuamente contro l'organizzazione dello Stato? Per quanto teqipo sarebbero ritenuti in questo paese? MR. KoLLENBERG:Desidero domandare al prof. Roselli se crede che gl'italiani siano tanto meno capaci di controllarsi che non avrebbero potuto uscire dalla disorganizzazione che esisteva dopo la guerra e pervenire ad uno stato di relativa calma e benessere come hanno fatto i tedeschi che si trovavano di fronte ad una simile disorganizzazione e che attraverso vie costituzionali sono stati capaci di arrivarvi. Questa è una domanda. La seconda domanda è questa. Lei ha detto che non ha tempo di discutere il nuovo ideale dell'individuo che vive per lo Stato invece dello Stato per l'individuo; ch'era un nuovo ideale. Io credevo che questo era lo stesso ideale esistente in Germania prima della guerra e nel Giappone per molti anni. Se non è stato discreditato, si crede almeno dalla 263 BiblotecaGino Bianco

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