Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo fasciste un rapporto di egualmente lamentevole violenza che precedette i giorni del regime fascista, senza avere nulla da mostrare al lato del credito! È tanto facile farsi continue rappresaglie fra nazioni come lo è fra individui. L'as– sassinio di Matteotti da un lato, il massacro d'Empoli dall'altro, e cosi via all'infinito. Propongo che si lasci ai giornalucoli quella doppia lista d'assassinii e che ritorniamo alle condizioni governative prima e sotto Mussolini. Mussolini trovò una completa disinte– grazione delle forze governative, le quali avevano messo l'Italia in condizioni di non potersi governare, senza parlare di svolgere oneste, giuste, responsabili relazioni con le altre nazioni della terra. Questa specie di disintegrazione è provata dal fatto che il go– verno fascista ha trovato due milioni di tassati nuovi. Quando si trovano due milioni di nuovi contribuenti in una popolazione di quarantuno o quarantadue milioni, vi deve essere del marcio in Danimarca. Significa che c'è gente che per influenza politica o altri– menti ha potuto esimersi per lungo tempo dall'obbligo nazionale di ogni individuo. O, se volete altra prova di disintegrazione governativa, studiate l'azione degli scioperi di solidarietà che precedettero il fascismo. Nella mia quieta e obbediente città di Firenze, per un'intera estate, non sapevano che cosa si sarebbe fatto da un momento all'altro. Semplicemente per solidarietà con qualcuno che in qualche luogo della Sardegna o della Basilicata era stato maltrattato o si lagnava d'essere stato maltrattato dal governo, venivamo lasciati un giorno per un'ora senz'acqua, il giorno appresso senza elettricità ed il giorno appresso un'ora senza gas; il giorno seguente lo sciopero s'attaccava agli spazzini e quell'altro alle tramvie che collegavano i sobborghi di Firenze con la parte centrale della città. E la disintegrazione era completa, il governo impotente; nessuna possibilità di fare intervenire la polizia. - Le cosidette guardie regie, ch'erano state create dal governo che precedette quello fascista, ebbero uniformi da poliziotti e buona paga, ma ordini permanenti di non inter– venire. La bandiera italiana non poteva esporsi nei palazzi pubblici per vari mesi alla volta. Doveva sventolare nel cortile centrale dei fabbricati pubblici nei giorni festivi. L'avete veduta qui al Consolato italiano perché è protetta dalla polizia di New York. L\1vete veduta sventolare all'Ambasciata italiana di Washington perché la proteggeva l'A– merica, ma in Italia non poteva vedersi. I miei due fratelli ed io abbiamo sofferto l'inde– gnità di sentirci dire, quali ufficiali d'Italia, e non sono un militarista (non mi vanto affatto di quello che facemmo durante la guerra come conseguenza d'obbedire ordini solamente e null'altro), di non uscire la sera se non in abito borghese perché il governo non poteva proteggerci se andavamo fuori in uniforme. I soldati furono aggrediti ripe– tutamente nelle vie per essere colpevoli di rispondere alla chiamata al servizio militare -.bbligatorio, dalla quale non potevano scappare. Ma la plebaglia aveva cessato d'essere logica. Abbasso i signori I Le fabbriche issarono le bandiere rosse; vero è che nessuno poteva mandarle innanzi, ma erano liberi. V'era disintegrazione dal principio alla fine. L'intera avventura di Fiume, prendetela come volete, mostrò ottomila soldati che non erano presenti nelle loro caserme quando se ne chiamavano i nomi e la loro assenza non era notata da coloro che chiamavano l'appello ogni sera. Io non lo chiamo bolsce– vismo questo; lo chiamo anarchia assoluta. Nessuno aveva il potere rii governare alcun altro. Naturalmente vi furono grandi spese di fondi di guerra all'ultima ora in favore di Caio, Tizio e Sempronio, i quali sapevano che se erano abbastanza influenti, se avevano avvocati abbastanza scaltri potevano minacciare il governo ed ottenere da esso una grande porzione, se non proprio tutto l'intero ammontare reclamato, per servizi resi durante la guerra. Il governo prostrato, incapace persino di condurre i suoi affari regolari ed ordi– nari, cedeva. Molte macchine da stampa lavoravano fino a notte tarda . . Se fossimo stati trattati differentemente dai governi liberali che precedettero il go– verno di Mussolini, lo dico francamente, non m'importa se piace ai miei amici fascisti o no, non vi sarebbe stato l'appoggio di tante persone neutrali (ansiose d'ordine sola– mente) ai fascisti dei primi tempi, con tutta la loro violenza, che non giustifico e che sono felice di veder diminuire. 256 BiblotecaGino Bianco

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