Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

L'Italia sotto il fascismo americano, che imparò a riverire quell'ideale specialmente attraverso una tradizione anglo– sassone. Ma noi in Italia non andiamo indietro fino a Runnymede, non andiamo indietro all'anno 1215, a Re Giovanni o alla Magna Carta. Noi abbiamo, ahimè, come molla che sorregge la fondazione della nostra costituzione, il Salone della Pallacorda a Versailles, nel quale il 20 giugno 1789 un gruppo di francesi, molto contrari al regime d'allora, annunziò quelle dichiarazioni dei Diritti dell'Uomo che sono passate alla storia come un insieme di regole meravigliose, piu belle che pratiche. I popoli latini della terra, stabilirono su quella fondazione un grandissimo numero di repubbliche sia in Europa che in vari paesi al sud di noi, molte delle quali non possono conformarsi all'ideale che dovrebbe essere l'ideale di vera libertà. Voi, che al tempo delle elezioni dovete lottare col problema di due partiti politici e un quarto, non conoscete la gioia d'avere dodici partiti politici in conflitto costante, i di cui rappresentanti sono eletti da non piu del 40 per cento della massa votante - e questa stessa lista di possibili votanti contiene solo una piccolissima percentuale dell'in– tera popolazione d'Italia. Cosicché, cominciando coll'eliminare la grande massa che non ha diritto al voto (che finora ha incluso, fra l'altro il 50 per cento della popolazione d'Italia, perché consiste di donne che non avevano diritto al suffragio) ed indi eliminando il 60 per cento dei possibili votanti, che giammai volessero valersi del privilegio che gli si dava, arriviamo ad un'infinitesima parte della popolazione, che si suddivideva in dodici partiti politici, che in fine affidava l'intero paese ad uno di quei dodici gruppi. V'è da meravigliarsi se quando discutiamo della libertà d'Italia vi prego di non tenere in mente la famosa donzella che presiede ai destini di New York e proietta una ombra profonda sopra Ellis Island ed un poco di luce sul resto della baia di New York? Noi abbiamo memorie scoraggianti della libertà, intendo della triste prostituzione dell'i– deale di libertà, della miserevole maniera in cui la libertà fu prima proclamata dai dema– goghi e quindi sgovernata e manomessa. È solo la libertà di fatto e non la libertà di diritto dei teorici che io voglio paragonare colla virtuale dittatura presente; la ferma illiberalità d'oggi col caso politico di quei tristi giorni, perversi giorni del dopo guerra, che io riprovo tanto quanto l'oratore che m'ha preceduto. Son contentissimo di potere essere d'accordo con lui su d'un punto nel dire che ciò che fu represso in Italia, ciò che fu debellato in Italia col venire del fascismo non fu il bolscevismo. Ammesso che la gente per lo piu non sa che cosa sia il bolscevismo e, quindi, v'attribuisce tutte le specie d'irregolarità e di cattiverie, io preferisco d'essere preciso e di assolvere tanto il bolscevismo quanto il socialismo dall'accusa d'aver ridotto l'Italia all'infelice condizione nella quale Mussolini la trovò, allo stato caotico dalla quale egli la salvò. Fu l'anarchia, non solo debolezza di governo ma l'assoluta mancanza di esso infatti, anarchia pura e semplice alla quale s'abbandonava la maggioranza frenetica e sopportata da una minoranza smi– dollata, che s'impossessò dell'Italia in quei tristi anni del dopo guerra, 1919, 1920 e fino a un certo punto anche 1921. Marcate le mie parole, l'anarchia non è sinonimo di vio– lenz21, òenché spes~o la produca. L'anarchia esisteva prima della marcia di Mussolini su Roma, non dopo. La violenza esisteva prima di quell'evento e continuò molto dopo, troppo tempo dopo. : : I i ! ,r~I Ui...! È ~nutile aver peli sulla lingua, o aver timore che un certo gruppo d'italiani troppo sensitivi possa redarguirmi perché dico che il popolo italiano ha una certa inclinazione alla violenza, che esiste nella storia d'Italia e che il mio patriottismo può mai farmelo cancellare dalla storia del mio paese. Non mi riferisco all'alto brigantaggio, ora passato da tempo, né agli spari per le strade per spoglie finanziarie, un passatempo nel quale l'America vince facilmente. È una specie d'inabilità a reprimere i propri sentimenti, una mi:lncanza di controllo su se stessi, una volontà di difendere le proprie idee fino alla morte e d'imporle agli altri colla forza, che disgraziatamente esisteva in Italia nel passato ed esiste adesso; çhe può essere spiegata storicamente, che può essere spiegata etnogra– ficamente, che può essere spiegata climaticamente. Ma la si spieghi come si vuole, esiste in Italia: e certamente io non prenderò una larga parte dei trenta minuti messi a mia disposizione dalla cortesia del presidente per aggiungere alle descrizioni delle violenze 255 · BiblotecaGino Bianco

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