Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo suoi due bambini. Quando io fui processato a Firenze nel luglio 1925, i miei due avvocati furono feriti gravemente ed i miei amici furono basto ... nati brutalmente. Molti miei amici sono in prigione; molte loro case sono state derubate o distrutte. Molti di loro dovettero emigrare all'estero per sfuggire alla prigione od all'assassinio. Il vice-segretario generale del partito fascista scrisse il 28 dicembre scorso, nel giornale romano Il Popolo di Roma: "Coloro che sono andati all'estero devono essere inseguiti e scovati. Ogni comune dev'essere costretto ad affiggere una lista di tutti coloro che sono andati all'estero, insieme agli indirizzi delle loro famiglie. Il pericolo di rappresaglia sulle loro fami– glie impedirà che continuino ad essere attivi." . Il novembre scorso, dopo l'attentato contro Mussolini d'un giovanetto di sedici anni (il quale, è bene rammentare, era un fascista dissidente) tutta l'Italia fu sottoposta a terribili violenze. Per esempio, nella città di Napoli i fascisti saccheggiarono la casa del senatore Benedetto Croce, il filosofo di fama mondiale, di sette deputati e di altri sei cittadini. A Bergamo, il de– putato democratico-cristiano Cavazzoni fu trascinato fuori di casa, bastonato e sputato lungo la strada e portato fuori della città in un luogo dov'era stata eretta una forca. I fascisti gli misero il laccio al collo, l'alzarono sulla pedana e ve lo tennero per un pezzo, come se dovessero impiccarlo. Prima di lasciarlo lo picchiarono quasi a morte. Si ricordi che Napoli e Bergamo sono due delle molte città e paesi d'Italia e che infamie simili occorsero qua– si dappertutto. Credete che questo sia ordine? S'è cosf, mi dichiaro inabile a contrad– dirvi su questo punto. Ma siccome non sono un fascista, non vi spaccherò il cranio o, ancor peggio, non vi costringerò ad ingoiare dei mezzi litri d'olio di ricino semplicemente perché non ho alcuna risposta da darvi. Quando i propagandisti fascisti non possono negare i delitti commessi dai loro compagni all'ombra della bandiera del loro partito, ammettono che sfortunatamente v'è del marcio anche nello Stato fascista. Essi deplorano i delitti piu notori, ma aggiungono: "Cosa v'aspettate? Tali atti di repres– sione sono inevitabili in un paese come l'Italia che non sente per i delitti di sangue quella ripugnanza che sentono altri paesi. Per tenere a posto un popolo cos1 dedito alla violenza e cos1 anarchico, certe specie di rappresa– glie sono indispensabili ed è necessario un dittatore dal pugno di ferro, capace d'imporre la disciplina al popolo con mezzi di terrore." Assistiamo oggi ad uno strano paradosso. Per esaltare su d'un piede– stallo di falsa gloria un uomo solo, i fascisti gettano vergogna e fango sul– l'intera nazione di loro nascita, e spargono la credenza che il popolo italiano abbia bisogno del bastone fascista per rinsavire e che la nazione è talmente incapace di governarsi da sé che può solo essere governata col manganello, ed è cosf degradata moralmente che gioisce di stare curva sotto il bastone. Sostengono che Mussolini sta elevando la nazione italiana a grandezza e gloria, ma non si domandano: "Può una nazione essere condotta dal 252 ~ I • 11 I I I I I BiblotecaGino Bianco

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