Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Prefazion~ Pur essendo entrambi antifascisti convinti e irriducibili, i due Rosselli non avevano lo stesso temperamento :politico. Nello era un democratico di tradizione mazziniana, che, dopo aver due volte affrontato il domicilio coatto, aveva trovato forza e conforto negli studi storici, specialmente sul Risorgimento italiano. Con questa attività pensava di fare azione politica, sia pure a lunga scadenza, resistendo all'ondata delle falsificazioni fasciste e salvando da esse l'intelligenza del passato per preparare l'avvenire. Dopo il 1930, la polizia si convinse che egli si asteneva da ogni attività politica; e gli permise piu volte di lasciare l'Italia per i suoi studi. Quando fu assas– sinato con suo fratello Carlo, Nello gli faceva una delle sue visite furtive, di pochi giorni. "Carlo e non Nello era stato condannato a morte da Mussolt'ni." Nello fu ucciso perché si trovava con suo fratello e non era possibile ucci– dere l'uno senza uccidere l'altro. Carlo era un democratico socialista, impe– gnato a fondo nel campo dell'azione politica. Direttore e finanziatore del settimanale Giustizia e Libertà, rappresentava la nuova generazione che nella lotta contro il fascismo doveva - a parere di Salvemini ___. prendere il posto dei vecchi "eliminati dagli anni, dagli errori, dalle sconfitte." Mus– solini volle schiacciare chi nel 1925 "lo aveva sfidato in Firenze" insieme con gli amt'ci di Salvemini, pubblicando il Non mollare. Da allora, Carlo aveva affrontato le piu clamorose imprese dell'antifascismo, sgusciando, nel 1929, da Lipari, e riprendendo, nel 1930, a Parigi, la lotta senza quartiere contro il duce. Ma soprattutto Mussolini volle vendicare le difficoltà poli– tiche che aveva z'nconçratoin Spagna sull'uomo che era stato l'artefice primo di quelle difficoltà, quando la resistenza i'naspettata del popolo spagnolo e l'asinità dei generali ......... "eccezionale anche fra generali" - lo costrinsero a un intervento di piu vaste proporzioni di quelle che aveva previste, pro– vocando l'afflusso di volontari antz'fascisti di ogni nazione. Fu allora che Carlo Rosselli lanciò il grido di battaglia: "Oggi in Spagna, domani in Italz·a." Otto giorni dopo veniva assassinato dai sicari di Mussolini, che solo allora ammise il rovescio di Guadalajara nel Popolo d'Italia. In un primo momento la stampa mussoliniana, in Italia e fuori d'Italia, accusò - successivamente o a titolo di ipotesi alternative - gli anarchici, i comunisti, gli amici stessi di Carlo e Nello Rosselli, preoccupati che Carlo, intermedz'ario suo fratello, tradisse la causa antifascista. Altri· accennarono a un complotto organizzato in Inghilterra, in Russia o dalla massoneria. Alla fine del 1937 e agli z'nizi del 1938, la magistratura francese sco– prz che l'assassinio dei Rosselli risaliva ai cagoulards, nazionalisti estremi che mz'litavano in un Comité secret d'action revolutionnaire. Salveminz' dimostra sulla base di un'amplissima documentazz'one, ana– lizzata via via con scrupolosa finezza, che il delitto era stato compi,uto si dai cagoulards francesi, ma "per mandato ricevuto da un ufficiale del SIM italiano, Navale." Costui aveva ricevuto l'ordine dal suo superiore diretto nel SIM, Emanuele. A sua volta questi era stato incaricato da Galeazzo XXIII BiblotecaGino Bianco

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