Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

B Memorie e soliloqui zioni, inviandogli la croce di guerra. Oggi lo ha mollato. Pare che la lette– ra di Diaz sarà pubblicata presto sul Corriere della Sera. Ojetti pensa che Mussolini sia contro Cadorna sopratutto perché Margherita Sarfatti è an– ticadorniana accanita. Cherchez le femme. Ojetti mi ha detto che la Sarfatti gli disse che era stata sequestrata presso Gobetti una mia lettera del novembre, in cui dicevo che Mussolini non durerà sei mesi. Don Vercesi raccontava a Roma che il cardinale Gasparri, durante il 1919, diceva al Père Baudrillard: "Si nous avions le domaine temporel, et il y avait une greve de clochers, nous serions trés embarrassés." "L'INUTILE SPRECO" Cosf, bellamente definivano un giorno la nostra quotidiana opera di difesa del partito popolare i dottissimi scrittori, anzi gli unici dotti a sentir loro, dell'Idea Nazionale. Oggi ci pare di poter definire con la stessa felice espressione il minaccioso dilemma, con– dito di male parole, col quale quei dotti scrittori attanagliano noi poveri "scrivani" (e a proposito di dilemmi, dobbiamo ricordare che tanta è la potenza dialettica dei nostri oppositori che altra volta già fummo da essi schiacciati sotto la "sintesi" della nostra "anti– tesi." Da allora non ci avevano degnati piu che di qualche fuggevole e distratta insolenza). Il dilemma, in poche parole, è questo: O voi del Popolo date a noi dell'Idea la prova del nostro da voi asserito consentimento alla tesi francese nella politica delle riparazioni e delle occupazioni, o siete dei mentitori. E per convincerci della nostra menzogna gli oppositori ci rinviano alle opera omnia di tutti gli "scrittori" di politica estera del loro giornale. Non ci dissero però che ci con– cedevano soltanto ventiquattro ore di tempo per uscire dalla tenaglia. Soltanto si affret– tarono ad anticipare la sentenza, che ieri pronunciarono solennemente: poiché non avete risposto (subito), siete rei confessi di menzogna. Se questo giocherello polemico diverte e consola i nostri oppositori faccian pure, beati loro. Ma intendano finalmente che quando parliamo di "nazionalisti" e di "nazio– nalismo," di buon diritto, non ci riferiamo senz'altro a loro, anzi alle loro persone: ci riferiamo a quell'universale atteggiamento nazionalistico che è diffuso nello sterminato coacervo di cui essi - rinunciando, per le lenticchie del partito unico, alla "primoge– nitura nazionalista" - già da tempo fanno parte d'ufficio. Il fatto personale non esiste, dunque. Cade perciò ogni diritto a porre il terribile dilemma. Cade lo stesso dilemma. Lo "spreco inutile" di male parole è un eserc1z10a vuoto, dal quale... non ci lasciamo provocare. Al Messaggero che aveva contestato ieri all'Idea Nazionale il monopolio della sag– gezza e della dottrina in materia di politica estera, il confratello già nazionalista, risponde: "È vero: anche Virgilio Gayda ha pubblicato molti, ed alcuni ottimi, articoli sulla impresa militare della Francia. Però c'è un enorme, incolmabile differenza, tra le nostre pubblicazioni e quelle del dott. Gayda; questa: che noi abbiamo combattuta l'occupa– zione e le sue conseguenze senza nessuna attenuazione - avendola considerata un atten– tato all'attuale equilibrio europeo - e Gayda invece ha creduto che dall'occupazione francese potesse nascere un beneficio italiano - beneficio economico." Il giornale ricorda poi le sue repliche al Messaggero, che "costituiscono una dimo– strazione organica che la tesi di Gayda è errata e pericolosa." A proposito di ciò, è opportuno rilevare quanto scrive stamane il Messaggero, e specialmente questo periodo: Certo è che questa improvvisa campagna di alcuni organi italiani ha fatto e fa la 215 9 ~ca Gino Bianco

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