Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Scritti sul fascismo nali antifascisti è divenuto piu chiaro e piu audace; la gente in treno si manifesta nelle conversazioni antifasciste senza paura. È un mutamento assai sensibile. Jahier mi disse che Codignola gli aveva offerto un posto di provvedi– tore. Mi chiese consiglio. Glielo detti negativo. Ne fu contento. Sono sem– pre piu convinto che non si debba fare nessun atto di adesione al regime mussoliniano. Gentile, cadendo con Mussolini, trascinerà con sé tutti i suoi collaboratori e tutta la sua opera: perché la procedura autoritaria, dittatoria, temporalesca delle sue riforme è sbagliata. Eppoi un uomo come Jahier, che facesse atto di adesione ad un regime di dittatura inintelligente, brutale piu a parole che a fatti, e saccheggiatore, darebbe un cattivo esempio alla gio– ventu. Meglio eccedere nel senso della indipendenza e della intransigenza, che in quello delle adesioni. L'opera minuta, utile, che Jahier potrebbe com– piere nell'amministrazione scolastica giornaliera, non compenserebbe il dan– no, morale, che arrecherebbe al paese il fatto del suo inserirsi in un sistema che si fonda su idee antitetiche alle idee nostre. Tutti direbbero che J ahier ha cambiato bandiera, ha fatto adesione al fascismo, è stato conquistato. E avreb– bero ragione di dire cosf: perché la sua nomina a provveditore sarebbe un fatto politico, e non un semplice atto di ordinaria amministrazione. Jahier e Rosselli dicevano che nelle elezioni domenica furono bens1 com– piute delle pressioni nei quartieri popolari perché gli operai andassero a vo– tare; ma la vera pressione fu quel senso di paura, da cui tutti erano presi per le minacce generiche fatte sui manifesti elettorali nei giorni prece– denti. Nel quartiere popolare del Pignone, fin dalle prime ore di domenica, gli operai si affollavano alle sezioni per votare. Chi esitava, era spinto dal– le donne con l'esempio degli altri, che votavano. Nessuno voleva essere l'ultimo per paura di essere segnato a dito per eventuali rappresaglie. Jahier ha parlato nei due giorni passati con molti di questi disgraziati: nessuno era contento di aver votato: tutti dicono: "icché s'aveva a fare, qua"; tro– vano che non valeva la pena di avere seccature per le elezioni. In fondo, gliene importa ben poco del voto! 17 maggio Manifestazioni del soldino a Sciacca e a Nicotera. Mio articolo sul Popolo 16-17 maggio, senza firma: Sicurezza e So– cietà delle Nazioni. 21 maggio Le dimostrazioni del soldino si sono propagate fino a Bari, a Napoli, a Roma. E provocano incidenti fra soldisti e fascisti. 210 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=