Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie_ e soliloqui Morra di Lavriano e Degli Alberti escludono che la regina Margherita sia diventata antifascista. Elsa Dallolio assicura che il duca d'Aosta e il re si sono pacificati. Roma, 1 ° maggio Parlato con Giovanni Visconti Venosta. Rimasti d'accordo che domani verrà qui a colazione· dai Bracci e incontrerà Donati. Gli ho esposto le mie idee sulla necessità di preparare fino da ora una combinazione Sturzo-Al– bertini-Amendola-Buozzi-De Nicola-Badoglio, tagliando la via ad una solu– zione parlamentare a base giolittiana, ed evitando la bestialità di una dit– tatura militare. Gli ho domandato che mi spiegasse che cosa c'era sotto alla manifestazione dannunziana antifascista, che si preparava per il 4 novem– bre 1922. Mi ha risposto che fu un'idea del sottosegretario Rossini, ostile ai fascisti, accettata da Facta, senza legami con altre manovre. Parallelamente si sviluppavano le manovre Amendola-Albertini per una crisi che portasse Mussolini al potere in sottordine a Giolitti; e contemporaneamente si svi– luppavano le trattative Giolitti-Mussolini, intermediari Lusignoli e Conti della Banca Commerciale. Le tre correnti erano indipendenti, ma non con– traddittorie e potevano confluire. Ma i fascisti fecero il colpo prima che la manifestazione del 4 novembre scoppiasse. Rivisto Donati. Mi ha raccontato che un frate lazzarista è andato a pro– pagandarlo per la politica francese, a lamentarsi che Il Popolo sia francofo– bo, a volerlo convincere che tutta la Francia è concorde con Poincaré. Nello stesso tempo è assediato da agenti tedeschi, i quali mostrano di non avere capito niente neanche essi dello stato d'animo italiano, e di essere incapaci di capire. Bella prospettiva davvero! Mentre eravamo a colazione, è venuto a trovarci Anile: entusiasta delle scuole tenute dai preti, amico-critico di Gentile, antifascista: buon diavolo in fondo. Incontrato Patruno, con cui mi sono congratulato delle dimissioni date da segretario del partito riformista. Mi ha detto: "Quante volte mi sono ricordato dei suoi giudizi su Bonomi, quando mi diceva che Bonomi è un cretino; io credevo che Lei esagerasse; ma la esperienza mi ha convinto che Ella aveva ragione." Mi ha detto che in Puglia io continuo a godere grande popolarità fra i contadini; e mi ha domandato se davvero ho rinun– ziato per sempre alla vita pubblica. Gli ho risposto che sentirei il dovere di dare il mio nome ad una lotta elettorale solo se si verificassero queste ipo– tesi: 1) che caduto Mussolini, si formasse un governo, che io potessi appog;-– giare, e quindi potessi presentarmi come candidato governativo; 2) che_la lista fosse composta di candidati accetti a me; 3) che dovessi solamente da– re la faccia e scrivere una lettera agli elettori, senza fare propaganda per me, e lasciandola fare a chi mi vuole deputato; la mia opera di propaganda 201 BiblotecaGino Bianco

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