Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui parlato della riforma elettorale. Don Sturzo è per riformare la proporzionale nel senso di fare graduare i candidati dai comitati. In fondo la graduazio– ne la farebbe il governo a Roma, specialmente per le liste del Mezzogiorno. Ho detto che questo metodo mi pare accettabile. Ma ho insistito sempre sulla necessità di evitare una dittatura di mi– litari; e di preparare un ministero di civili, energici e risoluti, con Bado– glio alla Guerra. Donati mi ha domandato la mia opinione stilla questione adriatica, sulla questione del prossimo Oriente, sulla questione tunisina. Sulla questione adriatica gli ho detto che sono anch'io un po' inquieto sull'andamento delle cose. Il movimento di Radic in Croazia è oramai se– paratista, ed è absburghese, ed italofobo. Se la Croazia si stacca dalla Ser– bia, è questo il primo passo per la unione di Austria-Ungheria-Croazia sotto gli Absburgo. E questa massa sarà necessariamente italofoba. Noi dobbiamo, come meno peggio, sostenere la necessità della unità politica ju– goslava, a tipo federale, con non solamente la Slovenia e la Croazia, ma an– che la Bosnia, la Dalmazia, il Montenegro autonomi. Non dobbiamo op– porci alla federazione bulgaro-serba. Non dobbiamo opporci alla marcia dei serbi su Salonicco, chiedendo in compenso il gruppo di isole che sono di fronte a Zara. Donati mi ha detto che darà istr:uzioni in questo senso al corrisponden– te del Popolo da Fiume. Gli ho detto che quel Marussi non mi attira mol– to. Sono tornato a raccomandargli Raunich di Gorizia. Per l'Oriente prossimo gli ho spiegato che noi abbiamo tutto l'interesse a sostenere il progetto Chester, che probabilmente avrà l'appoggio inglese, lasciando in asso la Francia. Gli americani hanno un progetto economico, mentre Kemal Pascià vuole ferrovie strategiche. Noi abbiamo interesse a favorire il progetto americano, che assicura lavoro ai nostri operai, e che mette in valore l'Oriente mediterraneo con profitto dei nostri commerci. Piu Stati si interessano nel Mediterraneo, meglio sarà per noi. Sulla questione tunisina, Donati mi ha detto che il deputato socialista francese, Leon Blum, ne ha parlato a don Sturzo. Il Blum, pensa essere tut– t'altro che difficile che la Francia lasci la Tunisia all'Italia; la Tunisia di– venta ogni giorno piu difficile a governare per l'accentuarsi del movimento panislamico. L'Italia non farebbe un gran guadagno. Ho risposto a Donati che anch'io sono della stessa opinione. La piu utile conquista coloniale l'Italia la fece quando la Francia andò a Tunisi: la Francia ha speso centinaia di milioni, e noi abbiamp mandato a Tunisi 100 mila italiani a vivere una vita piu larga che in Sicilia grazie al capita– le e all'amministrazione francese. In Tunisia c'è la classe degli italiani in– tellettuali, avvocati e massoni in prevalenza, che sono limitati dalla ammi– strazione francese nello sfruttamento della povera gente, e vorrebbero fàre della Tunisia una nuova Sicilia: un feudo della piccola borghesia intellet– tuale parassitaria sotto la bandiera tricolore. Però noi dobbiamo impedire 197 BiblotecaGino Bianco

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