Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo II

Memorie e soliloqui di cui mi sono occupato nel volumetto su Partito Popolare e questz·one ro– mana, è un laico, familiare del cardinale Gasparri. Chiudo la parentesi.) Prima del congresso di Torino, parecchi prelati del Vaticano dubita– vano se non fosse il caso di invitare don Sturzo a dimettersi da segretario del partito popolare. Ma dopo le gaffes fatte da Mussolini nell'illusione di spezzare in due il partito popolare, e dopo la manifestazione antifascista del congresso di Torino, tutti in Vaticano hanno piegato verso don Sturzo definitivamente. Padre Rosa ha detto a Donati: "Certo l'olio di ricino non lo voglia– mo; ma non vogliamo neanche essere noi a pagare i cocci, quando Mussoli– ni cadrà." Il congresso di Torino fu anche piu nettamente antifascista di quanto non abbiano detto i giornali. Donati lavorò sui corrispondenti dei giornali perché smorzassero le tinte ed evitassero lo scandalo troppo clamoroso. Aven– do un oratore accennato a Mussolini come al "capo dello Stato," molti con– gressisti protestarono; il presidente richiamò l'oratore ad osservare che il capo dello Stato è il re; e allora il congresso gridò viva il re e applaud1 per un quarto d'ora: gridava viva il re, non potendo gridare abbasso Mussolini. All'arrivo del principe ereditario a Torino, i popolari in 3000 si riunirono alla stazione. I fascisti furono sommersi nella folla. Il principe dovette avere l'impressione che i fascisti fossero una minoranza esigua in tutte le mani– festazioni di Torino. Anche a Milano il popolo fece clamorose accoglienze al re non occu– pandosi di Mussolini. L'ambasciatore inglese è preoccupato che avvenga a Roma una manife– stazione fascista all'arrivo del re d'Inghilterra. Don Sturzo l'ha assicurato che non ·c'è questo pericolo: tutti grideranno Viva il re. Nessuno si occuperà di Mussolini. Al congresso di Torino, salvo un piccolo gruppo di filofascisti, il congresso era tutto di sinistra: don Sturzo dové lavorare molto a frenare i seguaci; e ordinò ad un certo numero di amici di funzionare da centro destra e da centro sinistra, tanto per dimostrare che c'era un centro. In fondo tutto il congresso era... sinistra. Il deputato Padalli, comasco, che si è manifestato per la destra, è stato costretto dal suo comitato elettorale a pagare una pena di 10 mila lire, oltre che ad uscire dal gruppo di destra, se non voleva essere sconfessato. Il re rimase indignato perché Mussolini aveva licenziato i ministri po– polari, senza averne riferito prima a lui. Ha fatto sapere a don Sturzo che vede con simpatia l'opera del suo partito, e :che spera non si metterà ad una opposizione immediata, che potrebbe creare una situazione assai difficile per tutti. Il re sente oramai di potersi opporre a Mussolini. Perciò gli ha rifiutatò il decreto-legge, che fondava l'ordine littorio; gli ha rifiutato il decreto che poneva tn disponibilità Badoglio; gli ha rifiutato di far passare la riforma 195 BiblotecaGino Bianco ...

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